alberi fotografati dal basso

Gli alberi, organizzati in clan, sono i protagonisti del primo romanzo di Stefano Mancuso (Foto: Sara Brunelli)

La copertina di La tribù degli alberi
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Le risate di Lisetta, gli «ehmm…» di Pino, il canto dei solitari Gurra. Sono le voci che risuonano nella foresta di Edrevia e accompagnano il centenario Laurin, l’albero che racconta le vicende, le feste, i problemi che vive l’intera comunità de La tribù degli alberi di Stefano Mancuso. Le piante sono organizzate in clan, ognuno con le sue caratteristiche: i Cronaca, come Laurin, custodi delle informazioni, gli scienziati Dorsoduro, gli artisti Terranegra, i temibili Gurra, che «al tramonto intonano canti struggenti in ricordo dei propri compagni passati», i Guizza pesa-decisioni, che sanno aiutare nelle scelte. La vita della comunità scorre tranquilla per secoli, fino a quando è chiamata a risolvere un mistero: comprendere la causa degli squilibri degli ultimi duecento anni. Un malfunzionamento della pigna al cuore del Sass (Sistema Automatico di Segnalazione Squilibri) ha infatti impedito agli abitanti di Edrevia di rilevare il pericoloso innalzamento della temperatura, l’aumento degli incendi, la riduzione anomala di alcuni clan. Tutta la comunità si raccoglie attorno a Simplex, fresco di nomina a Primus della tribù, che spiega le ragioni dell’inaspettato aumento della temperatura media.

«Possiamo asserire che la causa risiede nell’incremento di alcuni gas (il più diffuso dei quali è la CO2) che si accumulano nella nostra atmosfera. Questi impediscono alla Terra di raffreddarsi: ecco perché Edrevia si riscalda. Ovviamente, non ci è sfuggito che questi gas non hanno una causa naturale; sono, per la massima parte, generati dalle attività di altri esseri. Siamo tuttavia ragionevolmente certi che in breve tempo i disastri cui verranno sottoposte anche le loro comunità li indurranno a ridurre queste emissioni».

Guarda il video di Stefano Mancuso 

La riforestazione per fermare l’aumento della temperatura

La tribù degli alberi è la prima opera narrativa di Stefano Mancuso, professore all’Università di Firenze, dove dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale . Attraverso i libri precedenti Mancuso ha condiviso i suoi studi sul mondo vegetale e l’intelligenza delle piante, ma in quest’opera ha scelto il racconto per raggiungere un pubblico ancora più vasto e porre l’attenzione sui cambiamenti climatici. Pagina dopo pagina, il lettore è coinvolto nell’atmosfera della foresta, nei momenti di allegria e di tristezza di Laurin, nello spirito di collaborazione della comunità, sancito della Costituzione di Edrevia.

Le soluzioni per contrastare l’innalzamento della temperatura richiamano, tra le righe, la proposta di Mancuso di “piantare mille miliardi di alberi” per ridurre la concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera.

Pur non essendo sufficiente per risolvere la crisi climatica, gli effetti positivi della riforestazione sono confermati da diversi studi scientifici, tra i quali quello del Crowther Lab del Politecnico di Zurigo pubblicato su Nature nel 2019. E nel tempo sono state avviate iniziative come One trillion trees, promossa dal World Economic Forum, con l’obiettivo di piantare mille miliardi di alberi entro il 2050 in diverse aree del Pianeta.

Ascoltare gli alberi, custodi del nostro futuro

Stefano Mancuso è da tempo impegnato nella ricerca di nuovi linguaggi per diffondere conoscenze scientifiche. Dalla collaborazione con il collettivo musicale Deproducer, qualche anno fa, è nato lo spettacolo multimediale Botanica, che racconta il mondo vegetale attraverso il linguaggio della musica. Con La tribù degli alberi tesse un racconto in cui si intrecciano la precisione di dati e studi scientifici, spesso affidati alle parole dei saggi, e la leggerezza della fantasia, che permette alle piante di correre, parlare, divertirsi e soffrire come gli esseri umani. Così la comunità Edrevia festeggia l’entrata dei giovani alberi nei rispettivi clan, ha un’immensa biblioteca sotterranea, dove è custodita la memoria di ogni albero, e ha il suo gruppo di scienziati, come Abelia dei Dorsoduro, che ha rilevato i cambiamenti climatici in atto, ma i cui studi sono rimasti inascoltati fino a quando non li hanno riscoperti i giovani Laurin, Lisetta e Pino.

Sarà Lisetta a porre ai saggi della tribù la fatidica domanda del perché questi studi non sono stati presi in considerazione, perché nessuno ha agito, nonostante la costituzione di Edrevia preveda l’impegno di ogni albero a preservare la sopravvivenza per le future generazioni.

L’umanizzazione aiuta il lettore a comprendere il mondo vegetale, così diverso da noi, la capacità delle piante di trovare strategie di sopravvivenza. Abitano la Terra da centinaia di milioni di anni e da esse dipende la vita della nostra specie. Gli alberi della foresta di Edrevia ce lo ricordano attraverso il racconto di una comunità millenaria, ma che sa guardare al futuro.

 

Saperenetwork è...

Sara Brunelli
Veneta di origine e milanese d’adozione, dal 2003 scrive di scienza e tecnologia, con particolare interesse per robotica, intelligenza artificiale, impatto del digitale sulla società e sull’ambiente. Dopo la laurea in Matematica e un Master in Comunicazione Scientifica ha collaborato con l’Università di Milano per la mostra “Simmetria, giochi di specchi”, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, la rivista di divulgazione scientifica “Newton” e altre testate e siti siti web. Accanto all’attività giornalista è docente presso un ente di formazione professionale, dove insegna matematica e informatica e re-impara a vedere il mondo attraverso gli occhi di ragazze e ragazzi. I loro sogni e le loro aspettative sono ispirazione per costruire ogni giorno un mondo migliore e mettere le parole al servizio di un futuro più sostenibile.

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