Una parte del murale di Layla Xing dedicato alla fiaba di Biancaneve (Foto: Alberto Marchetti)

Si chiama Sant’Angelo di Roccalvecce ed è una piccola frazione del comune di Viterbo. Un borgo di case per lo più abbandonate che oggi conta circa 120 abitanti e fino a qualche anno fa sembrava destinato a un’inevitabile e prossima morte. Invece oggi Sant’Angelo di Roccalvecce è il Paese delle Fiabe, un luogo incantato che compare su guide turistiche, percorsi di trekking e social. A trasformare il paese e dargli nuova vita sono stati due cugini nativi del posto: Alessandro e Gianluca Chiovelli che nel 2015 hanno immaginato di aggiungere colore al piccolo borgo attraverso la street art.

Non è ancora tardi

Segna le ore 11.27 l’orologio del Bianconiglio di Alice Nel Paese Delle Meraviglie dipinto da Tina Loiodice su una delle prime case del borgo. E’ la data che segna il momento di inversione di marcia del borgo, che da paese in via di estinzione si è trasformato in meta di turisti. Era appunto il 27 novembre del 2017 e finalmente, sotto il pennello di Tina Loiodice si partiva con la prima opera.

 

Alice e l'orologio del Bianconiglio, nel murale di Tina Loiodice
Alice e l’orologio del Bianconiglio, nel murale di Tina Loiodice (Foto: Dafne Crocella)

 

Un invito a non perdere la speranza e a riflettere su come, contrariamente a quanto ama ripetere il simpatico personaggio di Lewis Carroll tirando fuori dal panciotto il suo orologio, a volte il gran ritardo che percepiamo non è foriero di guai, ma ci permette di operare nelle giuste condizioni. Il progetto, infatti, era in gestazione dal 2015 quando Alessandro e Gianluca hanno deciso di recuperare un’antica fontana del borgo. «L’acqua di una sorgente etrusca che si trova a un paio di chilometri dal borgo e che un tempo arrivava ad una fontana secolare, si disperdeva nella campagna lasciando la fontana a secco. Abbiamo iniziato dei lavori di recupero di questa fonte e da là è partita l’idea di proseguire. Siccome amo molto la street art ho pensato di far dipingere alcuni muri del paese», ci ha raccontato Alessandro Chiovelli oggi vice presidente dell’associazione ACAS con la quale stanno portando avanti il progetto.

 

Hansel e Gretel - Cecilia Tacconi
Hansel e Gretel, murales di Cecilia Tacconi (Foto: Alberto Marchetti)

L’idea del tema è venuta a Egle Rossetti, compagna di Alessandro e oggi preparatissima guida dei molti gruppi di turisti che vengono a visitare il paese.

«Ci chiedevamo che tipo di lavori proporre agli street artist e che impronta dare al progetto. Ho pensato al mondo delle fiabe, esteso anche alle leggende e al mito, un repertorio inesauribile, ricco di chiavi di lettura». Scelta che in pochi anni ha fatto guadagnare al piccolo borgo il nome di Paese delle Fiabe.

I lavori

Dal 27 novembre del 2017 a oggi le opere si sono moltiplicate coinvolgendo ben 25 street artist donne per un totale di 57 opere che hanno trasformato l’intero paese. Si va dalle fiabe più antiche come Cenerentola o Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel o Biancaneve, a quelle legate al cinema o dell’animazione come Mary Poppins, Pocahontas, o Masha e Orso. Non mancano i personaggi o le ambientazioni tratte dalla letteratura come Don Chisciotte, o il Giro del Mondo in Ottanta Giorni, il Piccolo Principe e l’immancabile Pinocchio. Da Esopo a Gianni Rodari senza dimenticare le leggende locali il paese si è aperto a una narrazione inesauribile.

 

La Sirenetta di Giusy Guerrero
La Sirenetta di Giusy Guerrero (Foto: Dafne Crocella)

In alcuni casi i proprietari dei muri hanno finanziato il lavoro magari chiedendo agli artisti di dipingere una fiaba a cui si sentivano particolarmente legati, o di ritrarre il viso di bambini della o animali della famiglia tra protagonisti delle favole. Buona parte dei finanziamenti viene da una damigiana posta in mezzo al paese dove i turisti lasciano offerte per la creazione di nuovi lavori.

Le favole sono entrate nel paese interagendo con ciò che c’era e potenziandolo.

Così troviamo ad esempio l’antico scoglio rurale di una abitazione che entra nell’immagine della Sirenetta dipinta da Giusy Guerriero, diventando uno scoglio all’interno dell’opera, oppure il Robin Hood di Layla Xing dove le finestre della casa diventano casette nel bosco e lo stendipanni del balcone diventa supporto per una lampada, o ancora nei Tre Porcellini di Lola Poleggi e Marta Quercioli dove le tre finestre della casa diventano le tre casette di paglia, legno e mattoni costruite dai porcellini.

 

Il vero stendipanni sostiene la lampada dipinta
Il vero stendipanni sostiene la lampada dipinta (Foto: Dafne Crocella)

L’arte femminile della trasformazione

Nato sotto le pennellate di Tina Loiodice che ha dipinto ben 11 muri del borgo, il secondo anno il progetto del Paese delle Fiabe ha visto l’arrivo di Alessandra Carloni con un omaggio a Pinocchio. Il suo primo lavoro, sponsorizzato dal sindaco di Civita Bagnoregio, accoglie i visitatori all’entrata del borgo con un grande Pinocchio. A loro sono seguite altre street artist, tutte donne, per scelta dell’associazione. Attraverso le immagini raccolte dai pennelli femminili sembra risuonare per le strade di Sant’Angelo un coro di voci legate alla nostra infanzia e a tutte quelle suggestioni che madri e nonne hanno saputo tramandare attraverso le generazioni. Il passato tramandato nelle fiabe si mostra estremamente attuale addirittura capace di spingere verso il futuro attraverso una trasformazione che è esterna, ma anche interna, economica e strutturale. Ne sono esempio le case che si stanno trasformando in B&B per rispondere alle crescenti domande dei turisti che vogliono passare del tempo immersi nelle fiabe. E le immersioni che offrono sono totali, infatti l’interno delle strutture è arredato con lo stesso tema della fiaba dipinta sul muro. Così troviamo il primo bnb dedicato ad Alice Nel Paese delle Meraviglie, poi quello ispirato alla fiaba di Rosmarina dipinto da Cecilia Tacconi, il b&b C’era Una Volta dipinto da Lidia Scalzo e quello dipinto da Manuela Merlo ispirato alla Volpe e l’Uva.

 

La volpe e l'uva
La volpe e l’uva di Manuela Merlo (Foto: Dafne Crocella)

 

«La Volpe e l’Uva è diventato un bnb tutto sul tema della fiaba di Esopo» ci racconta la street artist. «Anche all’interno infatti, oltre a un mio quadro che ritrae la volpe che finalmente ha raggiunto l’uva, ci sono dei bellissimi oggetti in ferro battuto ispirati al racconto e creati dal proprietario della casa che è un fabbro molto bravo. Nel murales esterno appare anche un piccolo volpino, ritratto del cane della famiglia, che ho scelto di inserire nel lavoro per fare una sorpresa ai proprietari della casa. Ho notato come si stabilisca un bellissimo rapporto tra le opere e gli abitanti delle case perché le persone sono orgogliose di quanto sta succedendo nel paese e collaborano con entusiasmo».

Rinnovarsi (per continuare la vita)

Le fiabe, proprio perché legate a una tradizione orale, hanno il potere di rinnovarsi continuamente e di veicolare messaggi sempre contemporanei. Così, proprio come il borgo di Sant’Angelo, si sanno trasformare per continuare a vivere. Ne è un emblematico esempio l’opera di Vera Bugatti ispirata a Cappuccetto Rosso. «Quando sono stata invitata a lavorare sulle fiabe mi sono interrogata sulla potenza del messaggio che queste veicolano e sulla tradizione orale secolare che le accompagna. Ho ripensato ai loro simboli e archetipi ed ho capito che avevo a disposizione uno spettro comunicativo molto ampio. Avevo già lavorato sulla fiaba in Danimarca, dipingendo un muro dedicato ad Alice Nel Paese delle Meraviglie ed era stata un’esperienza molto potente. A Sant’Angelo ho scelto di reinterpretare la fiaba di Cappuccetto Rosso andando oltre la morte per veicolare un messaggio di cura e di attenzione verso la Natura».

 

Vera Bugatti - Cappuccetto Rosso
Cappuccetto Rosso rivista da Vera Bugatti (Foto: Andrea Zampatti)

 

L’opera si chiama appunto L’Attenzione e nel 2021 è stata classificata dalla piattaforma internazionale Street Art Cities tra le 25 opere più belle al mondo. Dipinta su due case vicine l’opera crea un piacevole movimento prospettico all’interno del paese. Su una parete si vede Cappuccetto Rosso con in braccio il Lupo, nell’intento di proteggerlo. Allontanandosi appare sull’altra parete la nonna, pronta ad andare incontro alla nipote, immagine della saggezza degli antenati che non ci abbandona. L’anziana donna mostra il suo cuore che sta germogliando in albero, riconosciuto a tutti gli effetti come parte del proprio apparato vitale, che va custodito e protetto esattamente come il lupo. Un inequivocabile messaggio ambientalista che invita a riflettere sull’urgenza di un complicato ma necessario riequilibrio dell’ecosistema.

Saperenetwork è...

Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

Sapereambiente

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