Tangere, murale dell'artista Basik a Paderno D'Adda, Lecco (Foto: Arianna Ciofi)

Tangere, murale dell'artista Basik a Paderno d'Adda, Lecco (Foto: Arianna Ciofi)

Quante volte ci siamo imbattuti in immagini di santi o madonne spesso in edicole votive lungo le strade e nei crocevia? Ecco che anche la street art si inizia a rivolge a queste immagini, sempre in modo innovativo, creando percorsi legati a leggende o identità territoriali. Sottolineando la data del 29 settembre, festa di San Michele Arcangelo, arriva a Paderno d’Adda il lavoro murale dello street artist Basik dedicato al guerriero celeste. Il progetto è nato per volontà del Comune ed è inserito nel piano di rigenerazione urbana del centro storico. Curato da Annalisa Ferraro è stato finanziato con il contributo del Consorzio B.I.M. del Lago di Como del Brembo e Serio, e realizzato in collaborazione della startup MyMusa e di Garden65 s.r.l..

Arte diffusa che racconta il territorio

L’opera è stata inaugurata il 7 ottobre ed è suddivisa in tre momenti lungo via Manzoni. Si tratta di tre luoghi di quella che è a tutti gli effetti un’opera d’arte diffusa, ossia un lavoro che pur mantenendo una sua identità unitaria si trova distribuito in aree diverse dello stesso territorio. Così l’arteria principale del comune lombardo in provincia di Lecco, diventa percorso di approfondimento in cui il lavoro si va mostrando un po’ per volta, svelandosi ai passanti in una relazione con il tempo e con l’andare che caratterizza le opere di arte diffusa. Un’opera che, come ha sottolineato il sindaco il Sindaco Gianpaolo Torchio, durante l’inaugurazione «conteneva un rischio in quanto il centro del paese è parte dell’identità di chi ci vive, di chi ci è nato, cresciuto e magari invecchiato. L’eventualità che La danza di San Michele potesse essere vissuta come un corpo estraneo c’era. L’attenzione che artista e curatrice hanno rivolto al patrimonio culturale, al contesto paesaggistico e urbano, insieme alla disponibilità, al dialogo e alla costruzione di relazioni con i residenti hanno però avuto come esito un’opera che oggi è già diventata un nuovo punto di unione e di riconoscimento reciproco; un’opera che ci restituisce la coscienza di essere discendenti e soprattutto custodi di una storia e di un importante patrimonio ambientale e culturale». Il lavoro oltre ad inserirsi nel territorio dialoga con il tempo illuminandosi con l’arrivo del buio, grazie alla presenza dei raggi dorati che, come una sorta di costellazioni celesti, guidano l’osservatore da un’opera all’altra.

 

La danza di San Michele di Basik, a Paderno D'Adda (Foto: Arianna Ciofi)
Le opere di Basik, a Paderno D’Adda (Foto: Arianna Ciofi)

 

Via

Il primo intervento prende il nome di Via e, come in un simbolico gioco dell’oca, segna l’inizio del percorso. Un inizio che è legato al passato del territorio e alla storia dei navigli leonardeschi. Era il 1482 quando Leonardo da Vinci, appena giunto a Milano, fu incaricato di studiare un sistema per permettere la navigazione del fiume Adda dal lago di Como fino a Milano. Da quanto si apprende da alcuni disegni del Codice Atlantico, Leonardo ipotizzò un grande sbarramento sul fiume Adda proprio in prossimità dell’attuale comune di Paderno d’Adda. Effettivamente questo lavoro fu concluso solo nel 1777, sotto il dominio austriaco, aprendo su Paderno un percorso navigabile che fu utilizzato soprattutto per il commercio su scala regionale. Oggi questa zona ha dato origine a un paesaggio acquatico e naturale peculiare, caratterizzato dalla presenta di una ricca biodiversità palustre dove si possono ancora ammirare i resti delle conche vinciane, con i loro massicci portoni in legno e i gradoni per smorzare la forza dell’acqua. Un luogo quindi storicamente, ma anche simbolicamente, importante per la città. Quando si aprivano le chiuse lungo il fiume Adda infatti, l’acqua sgorgava potente, superando ogni ostacolo, valicando confini fisici e immaginari. Così questo momento è ripreso dall’artista come invito ad un’apertura che possa aiutarci a costruire un futuro di relazioni, scambi, accoglienze. La parola Via è rappresentata dai gesti di tre mani che dall’alto al basso accompagnano le lettere lungo il muro di un palazzo su via Airoldi.

 

Il Ponte di ferro di Paderno d'Adda, detto Ponte di San Michele (Foto: Wikipedia)
Il Ponte di ferro di Paderno d’Adda, detto Ponte di San Michele (Foto: Wikipedia)

Tangere

Il secondo momento Tangere, verso uno, richiama e rafforza il tema dell’apertura al nuovo e dell’accoglienza usando come elemento simbolico il ponte di San Michele immagine di unione tra elementi distanti. Le mani dipinte da Basik raccontano la lotta tra San Michele, cui è intitolato il ponte, e il drago, che sintetizza in sé tutti gli impedimenti naturali quali la potenza del fiume con le sue rapide. La mano superiore ha tatuata sulla falange dell’indice una spada, simbolo dell’arcangelo, mentre la mano inferiore porta la scritta “forra”, riferendosi alla profonda gola del fiume piena di rapide. Il ponte è rappresentato da tre linee dorate che si armonizzano con il movimento delle mani: due ad arco e una parallela al suolo, simbolo del superamento del conflitto.

 

Tangere, murale di Basik
Tangere, murale di Basik

 

Luce. Acqua

Il terzo momento è dedicato ad un’altra immagine simbolo del Comune di Paderno: la centrale elettrica Bertini. Anche qui, come nel primo intervento l’opera è divisa in due momenti su due muri opposti lungo via Manzoni. Da un lato, ad angolo su via Balfredo troviamo il murale Acqua: una mano con il dito indice alzato e un fascio di luce che fuoriesce dal polpastrello in direzione del murale posizionato sul muro opposto che completa il dittico. Qui troviamo un modellino della centrale idroelettrica sorretto da una grande mano. L’opera raccoglie i raggi che provengono dalla prima comunicando un senso di continuità visibile e invisibile al tempo stesso, proprio come l’energia elettrica che dal punto di partenza al punto di arrivo non lascia segni visibili.

Basik

Come molti street artists anche Basik, al secolo Lucio Bolognesi, nasce negli ambienti underground dell’Italia Anni Novanta, con bomboletta in mano e gusto per il writing. A questo background da writer Basik negli anni va aggiungendo tecniche e stili con un’attenzione particolare alle suggestioni legate all’arte medievale e rinascimentale senza perdere di vista influenze dell’arte moderna, contemporanea e delle avanguardie. Oggi nei suoi lavori ricorrono immagine sacre e richiami simbolici con una rilevanza particolare per le mani. Il gesto può richiamare mudra sacri o gestualità legate a immagini iconiche della storia dell’arte, come nell’inconfondibile omaggio a Michelangelo, realizzato ad Addis Abeba per l’Istituto di Cultura Italiana, dove ritroviamo una interpretazione della creazione di Adamo. Si tratta di mani realizzate con una tecnica contemporanea vicina all’illustrazione che, con sottile ironia, spesso denunciano gestualità del nostro presente, come l’eccessivo attaccamento agli schermi digitali. Ne è un esempio il San Antonio da Padova realizzato a Santa Croce di Magliano in Molise dove appaiono le mani del santo intente a chattare con i propri followers. Seguaci di un tempo e seguaci contemporanei si mescolano in un suggestivo rimando dove il tempo, così come l’arte, si presenta con un continuo ritorno seguendo apparenze diverse ma mantenendosi effettivamente inalterato.

 

 

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Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

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