![Van Gogh, a Roma il percorso artistico e umano Van Gogh, a Roma il percorso artistico e umano](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Il-burrone.jpg?x40882)
"Il burrone" di Vincent Van Gogh, 1889
Van Gogh, a Roma il percorso artistico e umano
L’esposizione “Van Gogh. Capolavori del Kröller-Müller Museum” presso il Palazzo Bonaparte presenta, fino al 7 maggio, una selezione di circa 50 opere provenienti dal Museo olandese
La parabola artistica di Vincent Van Gogh si compie nell’arco di una intensa e convulsa attività pittorica durata circa dieci anni, dal 1880 al 1890. Un viaggio ascetico che nel tema sacro del lavoro dei contadini e dei minatori traccia i solchi della miseria e del dramma umano e sociale. Un dramma interiore espresso mediante la pittura, la quale diventa un mezzo espressivo-attivo per deformare ed alterare la realtà come riflesso del suo disagio psichico.
![](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Autoritratto-a-fondo-azzurro-con-tocchi-verdi.jpg?x40882)
L’esposizione Van Gogh. Capolavori del Kröller-Müller Museum presso il Palazzo Bonaparte di Roma, ospita circa 50 opere dell’artista olandese provenienti dal Museo di Otterlo. Il percorso espositivo è connotato da una serrata successione cronologica delle opere. Pannelli e didascalie, inoltre, accompagnano il visitatore alla scoperta dei singoli lavori, nonché all’approfondimento di scelte espressive, debiti artistici e contesto entro il quale si svolse la vicenda artistica di Van Gogh.
I temi
L’intensa produzione grafica realizzata tra il 1880 e il 1885 durante il soggiorno ad Etten, l’Aia e Nuenen, testimonia la miseria e il logorio fisico dei minatori delle miniere del Borinage, dei tessitori, dei contadini che piantano patate, dei seminatori, della contadina che lava la pentola e che raccoglie il frumento e di Sien, la prostituta con cui il pittore ebbe una relazione. Van Gogh è debitore della lezione dei pittori di Barbizon e in particolare di Millet, nei confronti di quel realismo etico e sociale che nel pittore olandese diventa esaltazione di queste figure senza idealizzazioni di sorta. La realtà viene svelata nei tratti più atroci e sgradevoli, come nel bozzetto dei Mangiatori di Patate, esasperando i tratti fisiognomici dei protagonisti, grossolani e rudi ma carichi di espressività nei loro abiti logori, esaltando la dignità dei protagonisti e del lavoro umano.
![](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Mangiatori-di-patate.jpg?x40882)
Il colore e il segno
L’uso del colore si fa strada nelle prime rappresentazioni grazie alla lezione di Anton Mauve. Tonalità cupe e terrose caratterizzano le nature morte ed i ritratti dei contadini di questi anni, come la Natura morta con cappello di paglia e la Testa di donna con cuffia bianca.
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Questa timida apertura al colore esplode durante il soggiorno parigino a partire dal 1886. La tavolozza del pittore abbandona i pigmenti scuri in favore di tonalità cangianti. L’arrivo a Parigi segna una tappa fondamentale nella sua maturazione artistica, attraverso l’influenza delle tecniche impressioniste, puntiniste e la conoscenza delle stampe giapponesi. Gli accostamenti cromatici sono indagati non come semplici impressioni o aspetti scientifici della realtà, ma attraverso le loro reciproche interferenze e nei rapporti di forze che intercorrono all’interno delle tele. Il segno pittorico diventa più incisivo, materico e sintetico. I colori vibranti e stridenti sono manifestazione diretta del dato interiore, fino ad arrivare al parossismo, alla deformazione del segno. Appartengono al periodo parigino le tele Angolo di prato e Interno di un ristorante.
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All’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi è dedicata un’intera sala. È uno dei numerosi ritratti attraverso i quali Van Gogh opererà un’indagine psicologica di sé. Il percorso museale si snoda fino all’arrivo di Van Gogh ad Arles nel 1988.
La luce
I colori caldi della Provenza infiammano le sue opere di accensioni cromatiche incandescenti che saturano le tele. È un volo di Icaro, quello di Van Gogh, verso la luce della Provenza francese che trova sublimazione nel giallo cromo dei limoni, nell’oro delle spighe di grano e del sole. Ne è un esempio il Seminatore, non semplice copia dell’opera di Millet, ma interpretazione visionaria entro la quale lo spazio si dilata ed il colore esplode in ardenti illuminazioni.
![Il seminatore al tramonto](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Il-seminatore.jpg?x40882)
Le tinte complementari dominano la tela nel viola del campo di grano e del seminatore e nel giallo dorato del cielo. Ma questo volo rapido verso la luce si conclude presto. Raggiunte le soglie d’espressione più alte, inedite e gioiose, comincia la rovinosa caduta. Inizia il periodo di ricovero presso l’ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence.
L’inquietudine
Il profondo disagio psichico dell’artista si manifesta nei dipinti realizzati nell’ultima fase della sua vita. Il tratto pittorico, sempre più febbrile e convulso arriva a deformare i paesaggi, tuttavia, l’alterazione del segno non incide sul significante che rimane ancorato al dato reale. La materia pittorica si anima di un furore proprio fondendosi con il ritmo interiore dell’artista. Nelle tele I pini al tramonto, Il burrone e Covone sotto un cielo nuvoloso, brevi pennellate agitano il paesaggio come scosso da un vento imperioso e un vorticare elettrico. L’esposizione si chiude con l’opera Vecchio disperato, l’ultimo atto di un angoscioso grido d’aiuto. La pittura di Vincent Van Gogh non è sterile copia della realtà, epopea contadina o lirismo bucolico, ma espressione attiva delle inquietudini interiori mediante il vigore del segno e l’incandescenza brutale del colore.
![](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Covone-sotto-un-cielo-nuvoloso.jpg?x40882)
Saperenetwork è...
![Valentina Coccarelli](https://www.sapereambiente.it/wp-content/uploads/2023/03/Valentina-Coccarelli-Frosinone-low-150x150.jpg?x40882)
- Sono nata a Frosinone, ho sempre portato avanti la mia passione per l’arte e la cultura. Ho frequentato il Conservatorio Licinio Refice, studiando per diversi anni pianoforte e successivamente il Liceo Artistico A. G. Bragaglia di Frosinone. Durante il mio excursus scolastico ho avuto modo di conoscere personalità di spicco e grandi artisti eclettici ed innovativi del territorio ciociaro. L’esperienza universitaria presso il Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino mi ha permesso di approfondire le mie conoscenze e di collaborare con diversi giornali, tra i quali Cassinogreen. Ho pubblicato articoli scientifici nel campo della psicologia dell’arte e preso parte a convegni internazionali. La mia missione è quella di comunicare e valorizzare ogni forma di espressione artistica.