Un piccolo paziente guarda un film dallo schermo di un tablet

Si chiama Cinema in ospedale, ed è una piattaforma al momento contenente 97 film scelti fra le migliori produzioni di cinema per ragazzi europee (Foto: CinemaInOspedale.com)

«L’evento nasce per la prima volta nell’ambito del progetto europeo Film in Hospital, in Italia Cinema in Ospedale partito a dicembre 2020 in piena pandemia. Film in Hospital coinvolge sei Paesi europei, oltre all’Italia tramite la nostra cooperativa Il Nuovo Fantarca, c’è la Spagna, la Croazia, la Slovenia, il Belgio, la Svezia. È una piattaforma al momento contenente 97 film scelti fra le migliori produzioni di cinema per ragazzi europee».  Rosa Ferro, direttrice artistica del Festival CineO’, che si è svolto a Bari dal 12 al 14 ottobre, ci illustra l’iniziativa che unisce i bambini pazienti negli ospedali pediatrici e il resto del mondo. E spiega gli effetti positivi che il cinema può avere sui più piccoli.

 

 

Rosa Ferro, direttrice artistica del Festival CineO’

 

«L’idea del festival nasce per il desiderio di essere non solo un progetto digitale ma anche in presenza, perché la relazione umana è fondamentale in qualsiasi attività culturale e didattica. Durante il festival abbiamo realizzato proiezioni in presenza per i compagni di scuola dei bambini ricoverati e proiezioni on line per chi era in ospedale o alle cure domiciliari. In più negli ospedali pediatrici di Bari abbiamo realizzato una serie di workshop, otto in tutto, direttamente nei reparti con i bambini. Ed è andato tutto molto bene, nel senso che c’è stata una grande e attiva partecipazione da parte dei bambini e delle bambine, medici, genitori e docenti».

Quali sono gli ospedali coinvolti nell’iniziativa?
A livello europeo gli ospedali coinvolti sono attualmente circa 130. In Italia abbiamo gli ospedali pediatrici pugliesi, il Bambino Gesù di Roma, alcuni ospedali dell’Emilia Romagna grazie alla collaborazione con l’Associazione Bimbo Tu! Il covid ha rallentato molto i contatti con le aziende ospedaliere ma stiamo procedendo e il nostro obiettivo è arrivare a quanti più bambini, bambine, adolescenti possibile coinvolgendo quante più aziende sanitarie.

I piccoli pazienti hanno potuto seguire il festival da remoto sulla piattaforma www.cinemainospedale.it. E poi hanno incontrato i registi per realizzare insieme degli atelier creativi di animazione cinematografica. Può raccontarci come hanno reagito i bambini?
I bambini sono stati entusiasti sin dall’inizio e sono stati molto attivi, grazie anche alla bravura dei registi che con la loro arte hanno catturato subito la loro attenzione.

Quali criteri vengono utilizzati per selezionare i film?
C’è stato un lungo confronto all’inizio con i partners europei, perché caratteristica del progetto è che le sei piattaforme, una per ogni paese partner, abbiano gli stessi film per una maggiore condivisione di obiettivi e perché ci piaceva l’idea che bambini di culture diverse potessero vedere e confrontarsi sulle stesse opere. I film vengono scelti nel circuito europeo di film per ragazzi e ragazze, sono divisi per fasce d’età – dai 3 ai 17 anni – sono divisi per cortometraggi e lungometraggi, per film di finzione, documentari e animazione. Devono necessariamente trattare temi vicini alla sensibilità del giovane pubblico, rappresentare a 360 gradi i diritti dei bambini e delle bambine, i diritti delle donne, rispettare il principio delle pari opportunità anche nella suddivisione tra registe e registi e tra protagonisti maschili e femminili, usare un linguaggio nonviolento.

 

 

Il festival vuole arricchire le proposte del progetto Cinema in Ospedale- Film in Hospital. È un modo per promuovere la cinematherapy in Italia e all’estero?

È anche un modo per proporre l’arte cinematografica nella cura e nell’umanizzazione della cura.

Anche le scuole hanno un ruolo decisivo in queste iniziative. E così?
Assolutamente sì. Le sezioni di Scuola in Ospedale sono state fondamentali durante la pandemia, perché erano l’unico soggetto esterno che poteva avere contatti con i bambini.  Ora non siamo più in emergenza, e le scuole  continuano ad essere  un supporto importante, insieme ai genitori, per portare il progetto ai bambini e stimolarli ad usare la piattaforma, le schede ludico-didattiche interattive che abbiamo realizzato per i singoli film e ci rimandano feedback molto interessanti per noi.

Quest’anno, nella giornata conclusiva del festival, sono stati presentati i cortometraggi “Aqua magica a Villa d’Este” e “Cerottino ed altre storie”. Una scelta con un significato particolare?
Sì. Aqua magica a Villa d’Este è un progetto dell’Ente Autonomo Villa d’Este e Villa Adriana di Tivoli che, esattamente come Cinema in Ospedale, sta realizzando dei cortometraggi prodotti da Groenlandia di Matteo Garrone per portare la bellezza e la storia del nostro Paese ai bambini che non hanno la possibilità fisica di recarsi sui luoghi. Aqua magica è uno dei 97 corti presenti nella piattaforma www.cinemainospedale.it, così tutti i bambini in ospedale possano vederlo. Cerottino invece è un corto realizzato da un gruppo di bambini ricoverati durante la scorsa primavera nei diversi ospedali pediatrici pugliesi. Sono stati  guidati dalle loro docenti e da noi che abbiamo fatto una formazione sulle tecniche della stop motion, da remoto. Cerottino è in concorso al prossimo Sottodiciotto Film Festival di Torino e sarà proiettato il 16 dicembre in sala al cinema Massimo di Torino.

 

 

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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