Festival dei Due Mondi 2024, oltre 60 eventi e un Bosco urbano

FESTIVAL DEI DUE MONDI Spoleto 28 giugno 2024 © Andrea Veroni

Festival dei Due Mondi 2024, oltre 60 eventi e un Bosco urbano

È iniziata la 67esima edizione della storica rassegna di danza, teatro e arti performative, che coinvolge quest’anno oltre 600 artisti da 20 paesi. Tra le prime iniziative, l’inaugurazione di un progetto di sostenibilità ambientale curato da Stefano Mancuso

Un bosco urbano per la mitigazione delle isole di calore è stato inaugurato ieri a Spoleto. Progetto sperimentale di sostenibilità ambientale nato dalla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Festival dei Due Mondi, il Bosco di San Gregorio gode della supervisione dello scienziato Stefano Mancuso, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Università di Firenze e ospite anche quest’anno del Festival con una lectio magistralis. In piazza Garibaldi – nello spazio antistante la Cattedrale di San Gregorio – sarà realizzato un giardino all’italiana con individui vegetali autoctoni: l’invaso di due filari paralleli di cipressi di 10-12 metri di altezza con presenza di siepe di bosso, affiancati da un’area interna di gelsi alti 5 metri con chioma di diametro dai 4,5 -5 metri.

 

Stefano Mancuso all’inaugurazione del Bosco di San Gregorio a Spoleto

 

Grazie al supporto di Pnat (Project Nature), think tank emergente di designer e scienziati delle piante fondato da Mancuso, saranno installate delle termo-camere che mostreranno il contributo degli alberi all’effetto raffrescante nella piazza. La partecipazione della Fondazione Festival dei Due Mondi alla realizzazione del Bosco è una delle iniziative che da quattro anni il Festival, la cui 67esima edizione è appena iniziata, dedica ai temi della sostenibilità ambientale.

Il Festival 2024

Oltre 60 gli spettacoli previsti in 20 diverse location, 30 le compagnie provenienti da 20 Paesi, 600 gli artisti coinvolti. Dopo l’anteprima affidata al ritorno in scena di Una relazione per un’accademia con la regia di Luca Marinelli e Fabian Jung come protagonista, l’inaugurazione del Festival è stata affidata all’opera lirica Ariadne auf Naxos di Richard Strauss, un nuovo allestimento con l’esecuzione musicale della Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer regista insieme a Chiara D’Anna. Altra opera lirica sarà Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck con la regia del pluripremiato Damiano Michieletto e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia. Sempre guardando agli eventi musicali, quest’anno il Festival propone anche una nuova rassegna che in tarda serata ospita alcuni dei nomi più riconosciuti della scena jazz internazionale: Jazz Club.

Il teatro

Ha aperto il festival l’attrice Isabelle Adjani ospite d’eccezione che ha dato voce ad alcuni testi di giganti della letteratura francese e italiana nello spettacolo I mormorii dell’anima. Davide Enia, attore e regista siciliano presenta Autoritratto, uno spettacolo intimo e collettivo su Cosa Nostra tra cunto, canti, dialetto e pupi, «Non tanto per capire in assoluto la mafia in sé, quanto per cercare di comprendere la mafia in me». Ne Il giardino dei ciliegi  di Leonardo Lidi il giardino di Čechov rappresenta il teatro nell’epoca del consumismo, che rischia di diventare irrilevante tanto da essere abbattuto per costruire un parcheggio.

 

 

Liv Ferracchiati, invece, ripropone in chiave contemporanea La morte a Venezia di Thomas Mann. La vitalità di Tadzio, interpretata dal corpo danzante di Alice Raffaelli, e la passività dello scrittore Gustav von Aschenbach interpretato da Ferracchiati, si fronteggiano in un dialogo tra danza e parola. Segnaliamo anche il regista Antonio Latella che lavorerà con gli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico su quattro spettacoli di giovani registi sotto la sua supervisione artistica.

La danza

Il cartellone della danza si è aperto con lo spettacolo Portrait di Mehdi Kerkouche e i suoi danzatori provenienti da hip hop, street jazz, cabaret e circo contemporaneo. Il maestro di squilibri e gravità Yoann Bourgeois torna a Spoleto con Memory of a fall, nuova creazione spettacolare e poetica. Nella Piazza del Duomo, accompagnati dalla pianista Hania Rani, i danzatori scivoleranno da una imponente struttura palcoscenico per una riflessione in movimento sulla caduta della condizione umana. Sulle facciate di alcuni palazzi di Spoleto danzeranni gli interpreti de Il Posto, primi in Italia a dedicarsi agli spettacoli site-specific su piani verticali, accompagnati dalle musiche per sax e live electronics del Marco Castelli Small Ensemble.

 

Friedemann Vogel danzatore internazionale e primo solista del Balletto di Stoccarda presenta Die Seele am Faden/Soul Threads, in collaborazione con l’artista visivo Thomas Lempertz per uno spettacolo ispirato al testo Il teatro delle marionette scritto da Henrich von Kleist: lo spettacolo racconta come danzatore e burattino seguano entrambi il volere di qualcun altro. Mentre Wayne McGregor coreografo inglese direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra nel suo nuovo lavoro Deepstaria attinge alle più recenti tecnologie dell’AI, della ricerca acustica e del calcolo spaziale, per un’opera mutevole tra reale e virtuale. Potente esperienza immersiva tra musica, luci e proiezioni interattive è Last Minute del duo Adrien M & Claire B, nata da un’esperienza vissuta da Claire Bardainne che l’ha portata a ricercare, insieme al co-creatore Adrien Mondot, il concetto di reincarnazione: il viaggio dell’ultimo minuto.

Il manifesto

Merita una menzione il manifesto di questa edizione, costituito dall’opera Burning Sister, di Chiara Camoni, realizzata su un’isola greca con fiori, foglie, semi e alghe, raccolte e infilate in collane. Ha spiegato l’artista: «La striscia di Gaza, oggi. La guerra civile in Sudan. I barconi dei migranti. Il riscaldamento globale, i grandi roghi. Tutto questo accade mentre io guardo la luce che filtra nell’acqua del mare di Thassos che sembra fatto di vetro. Qui la Bellezza punta a diventare Perfezione e oggi diventa quasi imbarazzante, insostenibile. L’ultima sera, in un tramonto mozzafiato, le abbiamo dato fuoco. La Burning Sister non si sacrifica nel fuoco, ma al contrario trova la sua massima realizzazione nel fuoco stesso. Nell’attimo della distruzione, raggiunge la sua forma. In questa coesistenza di opposti, di contraddizioni, spesso si collocano le mie opere. Belle e terribili allo stesso tempo».

 

Per saperne di più

www.festivaldispoleto.com

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Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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