Nelson Mandela, ex presidente del Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993 (Foto: Flickr)

Nelson Mandela, ex presidente del Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993 (Foto: Flickr)

Nelson Mandela, dieci anni fa moriva l’icona della libertà anti razzista

Moriva il 5 dicembre del 2013 il primo presidente nero del Sudafrica, premio Nobel per la pace. Aveva pagato con 27 anni di carcere la sua lotta contro l’apartheid. A un decennio dalla sua scomparsa, è sempre più importante ricordarci di lui e della sua lotta

Il 5 dicembre del 2013 se ne andava una delle persone che più hanno inciso nella storia contemporanea, e nella Storia in generale. Dieci anni fa Nelson Mandela si spegneva nella sua casa di Johannesburg, nel suo paese, il Sudafrica, che aveva contribuito, lui, come nessun altro, a rendere finalmente libero dal giogo coloniale. Perché mentre era il 1960 quando 17 paesi africani riconquistarono, faticosamente e in molti casi anche relativamente, l’indipendenza rispetto alle potenze occidentali, in Sudafrica dal 1948 al 1994 vigeva ancora il regime di segregazione razziale noto come apartheid, istituito dal governo di etnia bianca guidato da Daniel François Malan, ed esteso anche alla vicina Namibia, portato avanti ed applicato con inaudita ferocia dagli afrikaner, sulla base delle teorie naziste di superiorità della razza ariana.

Da Biko a Madiba, storie di lotta anti apartheid

Studente di legge fuggito giovanissimo ad un matrimonio combinato, rivoluzionario, uomo di lotta e poi di pace e riconciliazione, Mandela, o Madiba come lo chiamava la sua gente (Madiba era il nome del clan a cui apparteneva), quando morì nel 2013 aveva 95 anni. Ne aveva trascorsi 27 in carcere, perché “colpevole” di aver affermato e difeso il principio più ovvio: l’uguaglianza di tutti davanti ai diritti, a prescindere dal colore della pelle. Nel 1977 la morte dell’attivista Stephen Biko, cantato da Peter Gabriel nell’omonima, splendida canzone a lui dedicata (da recuperare anche il film del 1987 Biko, di Richard Attenborough, tipico esempio di cinema impegnato anni ’80, con Kevin Kline e Denzel Washington in stato di grazia), suscitò sdegno e rabbia, non solo in Sudafrica. Arrestato per il suo impegno, torturato barbaramente, Biko morì per lesioni celebrali provocate dalla polizia afrikaner. Mandela, arrestato e condannato all’ergastolo insieme ai vertici dell’African National Congress, in carcere non morirà, ma verrà rilasciato solo nel 1990, a 71 anni.

 

Guarda il video di Biko di Peter Gabriel 

Mandela Day ogni giorno

Nel frattempo il suo volto, la sua storia, sono diventati iconici in tutto il mondo. Appelli di rockstar e attori, film, manifestazioni, libri, canzoni come Mandela Day dei Simple Minds. Il mondo civile chiedeva da tempo la libertà per l’uomo Mandela, e per il paese Sudafrica, chiuso ancora in una morsa anacronistica di razzismo e violenza. Nel corso degli anni Madiba aveva rifiutato la libertà vigilata a condizione di abbandonare la lotta. Nel 1994 vince le elezioni e diventa Presidente del Sudafrica, il primo presidente nero. È solo allora che l’apartheid termina ufficialmente. Nel 1994. Praticamente l’altro ieri. Oggi, ogni anno si celebra ancora il Mandela Day, il 18 luglio, giorno della nascita di Madiba. Una di quelle giornate internazionali dedicate ad onorare l’impegno, la causa di chi viene celebrato. Ma in un momento storico in cui il continente africano è ancora e sempre più al centro di nuovi colonialismi, interessi, economici, strategici, tra crisi climatica, migrazioni, nuove e vecchie guerre, e mentre in paesi europei (come il nostro) e non, importanti rappresentanti delle istituzioni parlano impunemente di “sostituzione etnica” agitando uno spettro ancestrale che riaccende e riabilita la mostruosità del nazi fascismo, teniamo a mente Madiba, teniamo a mente il 1994.

 

Guarda il video di Mandela Day dei Simple Minds

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Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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