Cinque biologi che dovete conoscere

Dal monaco agostiniano che per primo studiò l’ereditarietà dei geni, alla scienziata che scoprì la struttura a elica del Dna, e che fu derubata dai colleghi, passando per il celebre inventore della “pastorizzazione”, il controverso coniatore del termine “ecologia”, e la fondatrice dell’epigenetica. Ecco cinque figure fondamentali per la biologia moderna

La biologia non è sempre stata così come la conosciamo oggi. Dal greco βιολογία, (composto da βίος, bìos = “vita” e λόγος, lògos = “studio”), letteralmente, è lo “studio della vita”. Il termine, da quel che ne sappiamo, fu introdotto per la prima volta nel 1736, quando Carlo Linneo definì i “biologi” nella sua Bibliotheca botanica. La forma lessicale che diede una vera identità alla disciplina deriva invece dal trattato Biologie, oder Philosophie der lebenden Natur di Gottfried Reinhold Treviranus. Il naturalista tedesco, nei sei volumi stampati tra il 1802 e il 1822, scrisse:

«Gli oggetti della nostra ricerca saranno le diverse forme e manifestazioni della vita, le condizioni e le leggi in base alle quali si verificano questi fenomeni e le cause attraverso i quali sono stati effettuati. La scienza che si occupa di questi oggetti viene indicata con il nome di biologia [Biologie] o dottrina della vita».

Rispetto ad allora, comunque, tanto è cambiato. La biologia moderna è piena di sfumature che, giustamente, riflettono la complessità dell’esistenza a base di carbonio e idrogeno. L’evoluzione della scienza della vita, però, non sarebbe stata possibile senza una manciata di studiosi. Per questo, quelli a seguire sono cinque biologi che bisogna assolutamente conoscere. 

 

 

Gregor Mendel 

Gregor Johann Mendel nasce a Hynčice, un piccolo borgo dell’attuale Repubblica Ceca, il 20 luglio 1822. Considerato il padre della genetica, ha indubbiamente gettato le basi per quella che oggi è la branca della biologia che si occupa dello studio dei geni.

 

 

Un ritratto di Gregor Mendel, monaco agostiniano e padre della genetica
Gregor Mendel, monaco agostiniano, considerato il padre della genetica. È stato il primo ad osservare con rigore scientifico l’ereditarietà dei geni

 

 

Mendel, infatti, fu il primo ad osservare, e ad analizzare con rigore scientifico, l’ereditarietà dei caratteri. Laureato a Brno, in biologia prima e in matematica poi, si formò pienamente in ambito scientifico.

Fu però la passione per la cura dell’orto dell’abbazia in cui viveva (era un monaco agostiniano) a facilitare la realizzazione dei suoi esperimenti.Nel corso di sette anni, coltivò e analizzò circa 28.000 piante di piselli e, dopo altri due impegnati ad elaborare i suoi dati, definì tre generalizzazioni, in seguito divenute famose come le tre Leggi dell’ereditarietà di Mendel.

Senza entrarvi nel merito, è bene però sapere che, attraverso queste, egli introdusse i concetti di dominanza, alleli, fenotipo e genotipo e, nel complesso, applicò, per la prima volta, la statistica e il calcolo delle probabilità allo studio dell’ereditarietà biologica.

Louis Pasteur

Qualche secolo prima di lui, si ignorava completamente l’esistenza di tutti quegli organismi che non fossero visibili ad occhio nudo. Gli stessi che oggi sappiamo con certezza essere invece i più abbondanti sulla terra.

 

Un ritratto del grande chimico e microbiologo Louis Pasteur
Louis Pasteur in una fotografia di fine Ottocento. Considerato il fondatore della microbiologia, è colui che ha ideato il metodo della “pastorizzazione”, che proprio a lui deve il suo nome

 

Sebbene non ne scoprì lui per primo l’esistenza, confutò scientificamente la teoria secondo cui i microrganismi sono incapaci di generarsi spontaneamente in un ambiente precedentemente sterilizzato e riparato da contaminazioni esterne. Prima di Pasteur, nato il 27 dicembre 1822 a Dole, in Francia, si credeva che batteri e muffe fossero in grado di autogenerarsi, una credenza diffusa dovuta, al tempo, alla difficoltà di osservazione della vita microscopica.

Il chimico francese dimostrò invece che, come qualunque altro organismo, anche quelli ‘invisibili’, seppure con modalità differenti, si riproducevano a partire da individui preesistenti.

Le sue teorizzazioni, nel complesso, diedero delle risposte a una serie di problematiche che affliggevano le produzioni agroindustriali del tempo. Oltre a sperimentare ed applicare con successo la pastorizzazione, comprese le anomalie della fermentazione della birra e gli effetti di infestazioni di origine fungina o batterica, come quelle del vino, nonché le infezioni microbiche alla base delle malattie del baco da seta, del colera dei polli e del carbonchio di bovini, ovini, equini. 

Con Louis Pasteur nasce quindi la microbiologia. Su questo, sicuramente, avrebbe da ridire il suo collega rivale Robert Koch, il quale mise a punto un sistema scientifico per studiare i batteri. Cronologicamente parlando, il suo contributo viene però dopo quello apportato da Pasteur.  

 

Ernst Haeckel

L’ecologia, «la scienza dell’insieme dei rapporti degli organismi con il mondo circostante, comprendente in senso lato tutte le condizioni dell’esistenza», viene invece definita per la prima volta da Ernst Heinrich Haeckel. Nato il 16 febbraio 1834 a Potsdam, in Germania, fondò la branca della biologia che, più di ogni altra, lavora ad una scala di osservazione macroscopica.

 

Lo scienziato tedesco Ernst Haeckel
Ernst Haeckel, biologo, zoologo, filosofo e artista tedesco, nato nel 1834 e morto nel 1919. Nonostante, almeno secondo i suoi detrattori, il ruolo controverso nella teorizzazione dell’evoluzionismo razziale, ha di fatto introdotto nella moderna biologia termini e concetti innovativi. È a lui che, difatti, si deve il termine di “ecologia”

 

Le interazioni tra organismi e ambiente hanno da sempre affascinato l’uomo, ma la loro concettualizzazione scientifica la dobbiamo a Haeckel.

Lo studioso tedesco, in particolare grazie alla nuova visione dell’evoluzione plasmata da Charles Darwin, comprese che il ruolo dell’ambiente sulle forme di vita era tutt’altro che marginale. Coniò così il termine Oekologie, ecologia.

Tra i suoi contributi più importanti va citata la Natürliche Schöpfungsgeschichte (Storia della creazione naturale), una versione divulgativa della Generelle Morphologie der Organismen (“Morfologia generale degli organismi”) del 1866. Haeckel individuò l’importanza del carbonio per spiegare la struttura chimica dei composti organici, affermando che la chimica alla base degli organismi è totalmente analoga a quella inorganica, suggerendo così l’inutilità di un creatore che infondesse nella materia inanimata una vis vitalis.

Barbara McClintock

Barbara McClintock, una biologa statunitense nata a Hartford, Connecticut, nel 1902, è la fondatrice dell’epigenetica. Stiamo parlando di una delle più recenti branche della biologia, o meglio della genetica, la scienza dedita allo studio delle mutazioni ereditabili che non possono essere spiegate tramite modifiche della sequenza di Dna.

 

La biologa Barbara McClintock, premio Nobel nel 1983, in una foto del 1947
La biologa Barbara McClintock in una foto del 1947. Nobel per la medicina nel 1983, McClintock è la fondatrice dell’epigenetica. Suoi gli studi pioneristici sulle mutazioni ereditabili che non possono essere spiegate tramite modifiche della sequenza di Dna

 

Un concetto visionario che, per la prima volta, mette in diretta comunicazione l’ambiente esterno ai geni con una loro alterazione. Prima dell’epigenetica, infatti, si credeva che solo le mutazioni del Dna potessero guidare l’insorgenza di patologie o la stessa evoluzione.

La McClintock, grazie a una ricerca sulle pannocchie di granoturco, scoprì l’esistenza dei trasposoni, delle piccole sezioni di Dna, in grado di muoversi e spostarsi da un cromosoma all’altro.

La scoperta, sebbene ben 35 anni dopo la prima pubblicazione dei suoi lavori, le valse il Nobel per la medicina del 1983. Diede, inoltre, il necessario incipit affinché si indagasse sulla natura di queste molecole, nonché sull’intero mondo della futura epigenetica. Grazie al contributo della McClintock si scoprì che fenomeni epigenetici sono alla base della maggior parte dei processi di differenziazione cellulare – compresa la formazione delle cellule tumorali – dell’inattivazione del cromosoma X e che concorrono a una certa plasticità ereditabile del fenotipo (l’insieme dei caratteri visibili) in relazione a cambiamenti ambientali. 

Rosalind Franklin

Rosalind Franklin, nata Londra il 25 luglio 1920, fu la scienziata che gettò le basi della biologia molecolare.

Tra le sue scoperte più significative, la prova sperimentale della struttura a elica del Dna.

Un’evidenza rivoluzionaria per la quale però Franklin non venne mai premiata. Al suo posto, vinsero il Nobel nel 1962 i colleghi Maurice Wilkins, James Dewey Watson e Francis Crick.

Rosalind Franklin, la scienziata che scoprì la struttura a elica del Dna
Rosalind Franklin, chimica, biochimica e cristallografa britannica, scopritrice della struttura a elica del Dna e capostipite della biologia molecolare. Non ricevette il Nobel per la sua rivoluzionaria scoperta, perché i suoi studi e le sue foto le furono letteralmente rubati da un gruppo da un gruppo di colleghi, ai quali andò ingiustamente il riconoscimento

 

Ad ammettere il “furto” in un suo libro, fu lo stesso Wilkins di cui Rosalind, al tempo, era l’assistente. Una vicenda che conferma le difficoltà incontrate dalle scienziate dei secoli scorsi nell’affermare il loro sapere, così come nel far emergere i loro preziosi contributi. Fatto sta che, ad oggi, è la scienziata ad essere riconosciuta come la madre della biologia molecolare.

Non tanto per i suoi studi, che comunque furono di assoluto rilievo, piuttosto per aver fotografato, grazie alla tecnica di diffrazione a raggi x, e per la prima volta in assoluto, la doppia elica del Dna.

Grazie a questa testimonianza, Watson e Crick annunciarono al mondo, con una pubblicazione su Nature, la scoperta della vera struttura della molecola della vita. Un fatto eccezionale macchiato però di meschinità: la foto fu letteralmente rubata dal cassetto di Rosalind Franklin.

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Simone Valeri
Simone Valeri
Laureato presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza" in Scienze Ambientali prima, e in Ecobiologia poi. Attualmente frequenta, presso la medesima università, il corso di Dottorato in Scienze Ecologiche. Divulgare, informare e sensibilizzare per creare consapevolezza ecologica: fermamente convinto che sia il modo migliore per intraprendere la via della sostenibilità. Per questo, e soprattutto per passione, inizia a collaborare con diverse testate giornalistiche del settore, senza rinunciare mai ai viaggi con lo zaino in spalla e alle escursioni tra mare e montagna

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