La street artist Croma dipinge Il murale dedicato ai partigiani di Trivento a Campobasso

Una viaggiatrice in bicicletta, con un quaderno nello zaino dove appuntare schizzi e disegni, gli occhi aperti sul mondo e un sì che accoglie le proposte di dipingere muri là dove i temi di attenzione sociale e ambientale incontrano il suo sentire, questa è Croma, al secolo Claudia Romagnoli.  «Difficile, se non impossibile per me» sottolinea la street artist «distinguere la Croma artista e la Croma persona. L’artista e la donna hanno gli stessi argomenti in testa, lo stesso modo di pensare e guardare la vita. Con lo stesso spirito politico, sociale, umano, con la stessa coscienza e criticità. Per questo molti miei muri, come molte illustrazioni, provano a veicolare una lotta, un movimento, un’idea, una denuncia. Credo che l’arte debba avere tra le tante cose anche una funzione militante, attivista e di testimonianza».

 

Croma davanti al murales realizzato nel quartiere San Giovanni di Campobasso

 

Così per questo 25 aprile, dove incredibilmente ci troviamo a dover ricordare a chi ci governa cosa è stata la storia d’Italia durante il fascismo, scegliamo di portare sulle pagine di questa Rubrica di street art il percorso a pedali di un’artista che sta raccontando la nostra Italia senza dimenticare gli angoli della sua storia e restituendo voce e volto alle tante forme di resistenza più o meno anonima. «Per i miei muri traggo ispirazione da quello che ho intorno: dalla lotta di sempre tra oppressi e oppressori, cercando di rappresentare una certa orizzontalità anti autoritaria. Provo a rappresentare quella che è la lotta contro le discriminazioni sociali, culturali e di specie. Mi piace raccontare il femminile, la storia, il passato, la memoria. E anche la Natura con tutte le specie viventi che attraversano questo mondo con noi.»

I muri del 25 aprile a Campobasso

E una consapevolezza del genere non può non esprimersi per la ricorrenza della nostra Liberazione. In Molise, nel 2021 e nel 2022 Croma ha realizzato due muri per il 25 aprile. «Sono muri che hanno come obiettivo quello di non far cadere nel dimenticatoio questa data, ricordandone l’attualità. La memoria è un ingranaggio collettivo che va oleato.» Nel 2021 in via dei Martiri della Resistenza Molisana la banda di partigiani di Trivento che aveva il suo nascondiglio nella Murgia di Pietra Fenda. Il gruppo era comandato da Giovanni Porfirio e dalla sua compagna polacca Mary Neiman e la rappresentazione li ritrae mentre risalgono la montagna con il vento in faccia. I contorni neri che contraddistinguono il lavoro di Croma sono accompagnati dai fazzoletti rossi. «E’ stata una giornata importante perché costruita insieme al quartiere. Uno degli abitanti di quella strada mi ha contattata chiedendomi di ricordare sul muro la lotta di resistenza partigiana».

 

Il murale dedicato ai partigiani di Trivento
Il murale dedicato ai partigiani di Trivento

 

L’anno successivo è stato preso insieme ad altri street artists e writers un muro nel quartiere San Giovanni di Campobasso all’interno di un parco. Qui l’artista ha realizzato due simboli della città: il lupo e il Castello Monforte, abbracciati con un grande foulard sul quale è stampata una bandiera antifascista. «Questo lavoro vuole essere una rappresentazione aderente ai valori e ai principi del 25 aprile con un senso identitario preciso, in modo che la comunità di Campobasso, passando vicino al murales, si senta rappresentata e si riconosca in questi valori».

Bella ciao a chi? Donne brigantesse e partigiane

Pochi mesi fa, con l’uccisione di Masha Amini è tornata sotto i riflettori (e subito scomparsa) la resistenza delle donne del popolo iraniano. Una resistenza femminile che ha sposato lo slogan curdo Jin Jiyan Azadi: Donna Vita Libertà, che oltre 30 anni fa era stato sottolineato più volte da Abdullah Öcalan. Il leader del PKK aveva evidenziato la radice comune dei termini Donna (Jin) e Vita (Jiyan), dichiarando nella sua opera “Liberare la Vita: La Rivoluzione delle Donne”, come senza la libertà delle donne nessuna società potesse definirsi libera. Uno dei pilastri dello stato curdo sarebbe quindi stato la Ginealogia, un’ideologia di liberazione femminile nata nei movimenti indipendentisti. E non esiste resistenza che non si poggi sulla liberazione delle donne, spesso componenti fondamentali delle lotte partigiane proprio perché considerate meno pericolose. Così è stato anche in Italia, dove in molte non sono restate a casa a salutare dalle finestre, ma hanno imbracciato le armi come partigiane. Croma ci ricorda questa resistenza femminile portandola su un livello ancora più taciuto e doppiamente stigmatizzato, quello delle brigantesse.

 

Le brigantesse nella Casa del Popolo a Campobasso

Il lavoro è sul muro della Casa del Popolo di Campobasso, un omaggio alla potenza del brigantaggio meridionale e alla resistenza femminile. Qui un gruppo di donne con i capelli raccolti e ampie gonne lunghe imbracciano le armi pronte a resistere per difendere le proprie terre e la propria identità.

A questo muro fa eco il lavoro Sisterhood, realizzato nel 2022 a Cerro al Volturno (IS). «E’ un muro a cui sono particolarmente legate, ci ha raccontato Croma, perchè è una chiara rappresentazione di come un lavoro possa adattarsi a una facciata. Ho integrato nel muro le finestre e le porte rendendole parte di ciò che stavo rappresentando, ossia una serie di donne, molto diverse tra loro, che uniscono le forze per tirare tutte insieme e nella stessa direzione una fune che si intreccia tra porte e finestre. E’ la rappresentazione di una potenza al femminile che attraverso l’aggregazione mette in atto una forza di opposizione

 

Il murale Sisterohhod, a Cerro al Volturno (Is)

Orso

Ed è in un’altra Casa del Popolo, quella del Quartaccio di Roma, che Croma ha lasciato il segno per omaggiare la memoria di chi ha saputo lottare per l’identità di un popolo e la liberazione di una terra: Lorenzo Orsetti, detto Orso, a cui la Casa è dedicata. Un’altra storia pronta a scivolare nell’oblio mediatico, che va oleata come tante memorie, la storia del giovane anarchico toscano morto a soli 33 anni mentre combatteva per la libertà di un popolo che non era il suo. Una storia che ha l’odore di un romanticismo alla Hemingway, ma riguarda i nostri giorni. La guerra per la quale era partito Orso era quella curda, una resistenza che si protrae da decenni e che miete vittime nel silenzio, come molte guerre dimenticate. Una resistenza che ha portato Lorenzo Orsetti a morie in Rojava, nel nord della Siria al fianco della milizia curda nel marzo 2019. Qui Croma ha ritratto il giovane con l’immagine di un grande orso alle sue spalle, quasi fosse il suo spirito protettore, la sua ombra, il suo alter ego. Una sigaretta in bocca da cui esce un sottile fumo rosso, uno tratto di colore tra le linee nere, un messaggio di resistenza lasciato nell’aria. Il tema del rapporto tra esseri umani e animali è frequente nei lavori dell’artista che vuole ricordarci l’appartenenza a un’unica storia, l’essere abitanti della stessa terra, accomunati da sentimenti simili. Il lavoro sarà visibile il 13 maggio in occasione delle Giornate Basagliane e su appuntamento contattando la Casa del Popolo del Quartaccio.

 

Croma davanti al murale dedicato a lorenzo Orsetti
Croma davanti al murale dedicato a Lorenzo Orsetti

No Tav – La difesa del territorio

Un’altra storia di resistenza legata alla difesa del territorio è quella della Val di Susa, dove Croma è intervenuta all’interno del festival di arte urbana No TAV Wall Susa, una 3 giorni nel 2017 in cui gli street artists si sono espressi in difesa del territorio e contro ogni speculazione. Il muro è realizzato su un pilastro a Chiomonte e ritrae un branco di lupi che difende e controlla la propria valle. «Questo è un muro a cui tengo moltissimo e che definirei resistente, ha confessato Croma, è un modo per mettere in prima persona chi lotta in una posizione di autodeterminazione, superando il concetto di delega. E mi interessava in questo caso che fosse la valle stessa a parlare attraverso il bosco, le montagne e i lupi: una natura che trova le forze, il coraggio e la determinazione per difendersi… Che poi è ciò che tutte e tutti noi proviamo a fare giorno dopo giorno: Resistere in nome dei nostri diritti

 

Il murale realizzato da Croma in Val di Susa

Saperenetwork è...

Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

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