Materiali rigenerati, piccole collezioni etniche, sperimentazioni che rendono i processi produttivi più sostenibili e progetti sociali che valorizzano la persona e il suo talento: la moda invernale è sempre più green

Materiali rigenerati, piccole collezioni etniche, sperimentazioni che rendono i processi produttivi più sostenibili e progetti sociali che valorizzano la persona e il suo talento: la moda invernale è sempre più green

Cinque brand per coprirsi in modo eco

Inclusivi, a chilometro zero, sono spesso imprese sociali che operano sui territori, utilizzando materie controllate o rigenerate, con attenzione ai diritti dei lavoratori. La moda sostenibile è ormai sempre più glamour. Ed è perfetta per coprirsi bene e in modo sano in questi ultimi mesi d’inverno

Tra materiali rigenerati, piccole collezioni etniche, sperimentazioni che rendono i processi produttivi più sostenibili e progetti sociali che valorizzano la persona e il suo talento, la moda invernale è sempre più green. E non mancano le opzioni vegane e i progetti volti ad azzerare le emissioni. Per stare al caldo, senza scaldare il pianeta

1. Progetto Quid

“Cambiare il mondo attraverso la moda” è l’obiettivo di Progetto Quid, un laboratorio creativo con sede a Verona che recupera le eccedenze di tessuti di prestigiose e storiche aziende di moda e, attraverso un processo di upcycling e il design di edizioni limitate, dona loro una seconda possibilità. Nuova vita ai tessuti (italiani per il 90%, provenienti da Spagna, Inghilterra e Croazia per il restante 10%) ma anche alle persone: progetto Quid è infatti un’impresa sociale che da dieci anni offre formazione e lavoro, supportando uomini e donne in condizioni di fragilità sociale, aiutandoli a lasciar emergere i propri talenti e offrendo un impiego stabile, per ritrovare autonomia e dignità.

Tanti e diversificati i progetti sociali che coinvolgono persone in carcere, migranti e donne vittime di violenza.

La collezione invernale, sostenibile anche nel prezzo, accosta pezzi divertenti dalle fantasie contemporanee a capi bon-ton nei toni della terra, del cielo e del bosco.

 

Il Progetto Quid è un laboratorio creativo con sede a Bologna (Foto: www.progettoquid.com)
Progetto Quid è un laboratorio creativo con sede a Verona (Foto: www.progettoquid.com)

2. Lizè Natural Clothing

Lizè nasce nel 2016 come eco-boutique, a Cismon del Grappa. La fondatrice, Carlotta Gheno, fa tesoro dei suoi viaggi e stringe collaborazioni con piccoli artigiani in giro per il mondo.

Oggi Lizè è anche una piattaforma e-commerce che vanta un gran numero di collezioni biologiche e sostenibili.

Lizè acquista direttamente da piccoli produttori in Bangladesh, Turchia, Bolivia, Vietnam e dalle regioni dell’Himalaya, oltre che da diversi paesi europei (con una selezione di piccole imprese Made in Italy), promuovendo un modello di sostenibilità ambientale e sociale e garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, impegnandosi a proteggere i salari e adeguandoli al reale costo della vita, valorizzando il sapere artigianale e promuovendo la diffusione di colture biologiche. Maglioni e cappotti in lana di alpaca certificata Fairtrade, lana vergine irlandese, cachemire, seta Fair Wear e capi dallo stile sportivo (e vegani) in bambù e poliestere riciclato sono alla base della collezione invernale.

 

Lizè nasce nel 2016 come eco-boutique, a Cismon del Grappa (Foto: www.lizè.com)
Lizè nasce nel 2016 come eco-boutique, a Cismon del Grappa (Foto: www.lizè.com)

3. Rifò Lab

Rifò è un laboratorio che crea abbigliamento etico ed ecosostenibile a chilometro zero (il design e la lavorazione sono, infatti, affidati a piccoli artigiani e professionisti presenti sul territorio toscano, nel raggio di 30 chilometri dalla sede principale) e utilizzando un modello di produzione circolare. Le collezioni, che includono maglieria ma anche biancheria e accessori, sono composte da materiali 100% rigenerati e nascono con l’obiettivo di reinventare il mondo della moda rendendo superfluo l’utilizzo di fibre vergini, ricorrendo invece al recupero di quelle naturali (come seta, lana e cachemire) contenute negli scarti dell’industria tessile o nei vecchi capi “abbandonati” nei nostri armadi. Materie ancora preziose che è possibile trasformare in creazioni nuove, belle, calde e morbidissime (o comode, come i classici jeans).

Inviando a Rifò i maglioni che non si usano più, si riceve un buono sconto per gli acquisti sul sito ed è inoltre attivo un servizio di ritiro a casa tramite corriere, fino a un massimo di cinque capi.

Sullo shop online e in oltre 300 rivenditori in Italia e in Europa, un’ampia scelta di modelli tra maglie, cardigan, cappelli, guanti, sciarpe e balaclava, che, per evitare sprechi, è a volte necessario preordinare: i capi vengono realizzati e spediti entro poche settimane.

 

Rifò è un laboratorio che crea abbigliamento etico ed ecosostenibile a chilometro zero attraverso un modello di produzione circolare
Rifò è un laboratorio che crea abbigliamento etico ed ecosostenibile a chilometro zero attraverso un modello di produzione circolare

 

4. Twothirds

La benefit corporation spagnola Twothirds (nome che è un tributo agli oceani, i quali ricoprono i due terzi della superficie terrestre) si ripropone di promuovere nuovi stili di consumo lento e consapevole. Pioniera nella lotta alla sovrapproduzione, Twothirds lavora su ordinazione e i pochi capi che, per qualsiasi ragione, rimangano invenduti, sono riconvertiti in nuove produzioni. Se il design vede la luce a Barcellona, è il Portogallo a ospitare la manifattura. I tessuti, creati in Francia, Italia e Austria, sono formati da materie prime di alta qualità e certificate, sia europee (come la lana delle Shetland) che provenienti da piccole produzioni nel mondo, come nel caso della seta cinese o della lana di alpaca dal Sud America.

TwoThirds, nome ispirato agli oceani, è una benefit spagnola che lavora su ordinazione
TwoThirds, nome ispirato agli oceani, è una benefit spagnola che lavora su ordinazione

Twothirds si impegna a garantire i diritti dei lavoratori e alti standard etici, costruendo relazioni durature con le persone e i territori e nel 2021 ha raggiunto l’obiettivo di neutralità climatica, attraverso progetti di conservazione e ripristino degli ecosistemi costieri.

Dai maglioni in lana merinos colorati a mano ai cappotti vegani in poliestere riciclato, le collezioni si riconoscono per le linee classiche, pulite e senza tempo: ogni capo è pensato per durare nel tempo e armonizzarsi così, ancora una volta, con i principi di sostenibilità.

5. Filotimo

Da una parola greca che incarna l’unione di virtù e impegno, che consente di camminare su questo mondo facendo del bene a se stessi e alla società, con gentilezza e coraggio, questo piccolo brand veronese di “moda lenta” si propone di ricercare il massimo della confortevolezza e della naturalità in tutti i capi, selezionando materie prime naturali e scartando ogni tessuto che la cui produzione richieda un eccessivo utilizzo di risorse.

 

Filotimo crea abiti sostenibili in fibra di canapa, ortica, lino e lana, dalla filiera trasparente
Filotimo crea abiti sostenibili in fibra di canapa, ortica, lino e lana, dalla filiera trasparente

Partendo dal principio che “nessun abito, per qualunque ragione, possa giustificare un danno alle persone o all’ambiente”, Filotimo crea capi sostenibili, avvolgenti e piacevoli da indossare, realizzati in fibra di canapa, ortica, lino e lana e dalla filiera trasparente, “fatti in Italia per davvero”, dai bottoni alle stoffe.

Nella collezione invernale di quest’anno, cappotti, maglioni, berretti e calze dai colori naturali (verde oliva, senape, rame, antracite) in lana merino, lana di alpaca e mohair.

 

Saperenetwork è...

Anna Stella Dolcetti
Anna Stella Dolcetti
Anna Stella Dolcetti, laureata in lingue e culture orientali presso l’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito un master in International Management alla Luiss Business School, si è specializzata in Marketing all’Istituto Europeo di Design e in Green Marketing all’Imperial College di Londra. È vincitrice e finalista di competizioni dedicate alle nuove tecnologie (Big Data e Blockchain) e lavora nella comunicazione per aziende ad alto tasso di innovazione. È diplomata in "sommellerie" e appassionata di alimentazione naturale. Nel tempo libero passeggia nei boschi, scala montagne e legge avidamente di biologia, astronomia, fisica e filosofia. Crede fermamente nella sinergia tra metodo scientifico e cultura umanistica e nell’utilizzo delle nuove tecnologie al servizio di etica, rispetto e sostenibilità sociale e ambientale.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)