Cinque propositi green per il 2024
Cercare il dialogo evitando le polarizzazioni, divertirsi a vendere e comprare usato, tornare bambini scoprendo la meraviglia nella natura, provare una dieta più sana, che rispetti animali, Pianeta e salute. Sono alcune idee per iniziare l’anno nuovo in modo sostenibile…
Come scrisse Alex Langer, per migliorare noi stessi e la società di cui siamo parte occorre abbracciare il motto “lentius, profondius e suavius”. Ecco allora cinque consigli per entrare nel nuovo anno più lenti invece che più veloci, per viaggiare più in profondità invece che più in alto, e per farlo con dolcezza e animo leggero.
1. Scegliere la pace, ogni giorno
La costruzione di un futuro sostenibile, in cui il rispetto dell’ambiente, una corretta gestione delle risorse e la felicità delle comunità umane convivano con successo, non può prescindere dall’affermarsi di una cultura di pace. Sebbene possiamo sentirci impotenti di fronte ai tanti conflitti più o meno dimenticati che infiammano oggi il mondo, ogni piccola azione può fare la differenza. Nel 2024, scegliamo di migliorare il nostro dialogo quotidiano sui social network, in famiglia e a lavoro, rinunciando alle polarizzazioni forzate e abbracciando la complessità dell’esperienza su questo pianeta. Praticando una comunicazione gentile e non violenta, meditando, coltivando l’ascolto e la compassione, impegnandoci a denunciare le ingiustizie e a diffondere buone pratiche a favore dell’ambiente, viaggiando e leggendo per coltivare pazienza e curiosità, aprendoci alla relazione con l’altro, faremo la nostra parte nel promuovere i valori più profondi dell’ecologia.
2. Scoprire il second hand
Il mercato degli oggetti di seconda mano, molto diffuso già da qualche decennio negli Stati Uniti e nel Regno Unito e in constante crescita anche in Europa (tanto che si parla di una vera e propria “second hand economy”), è una tendenza green da assecondare nel 2024. Recarsi nei sempre più diffusi mercatini o acquistare e vendere sulle apposite app, può rivelarsi una divertente “caccia al tesoro” che ci permette di risparmiare, dando nuova vita a oggetti preziosi e a volte unici, e di ridurre il carico di rifiuti.
Comprare “pre-loved” (“già amato in precedenza”) rende lo shopping un’esperienza più lenta e consapevole.
Senza sacrificare l’estetica e la moda: con l’aumento degli utenti che nutrono il mercato, si trovano ormai tutti gli stili, per tutti i gusti. E il vintage? Quello degli oggetti “datati” è un settore nel quale è facile scovare tessuti naturali, linee senza tempo e prodotti di qualità, disegnati per durare a lungo.
3. Adottare una dieta sostenibile
Tra i buoni propositi green di quest’anno non può mancare l’impegno a mettere nel piatto cibi sostenibili, sani ed etici, buoni per il pianeta, per chi li produce e per chi li consuma. Per l’impatto globale che le nostre scelte alimentari hanno sulla salute e sul consumo di risorse fondamentali come acqua e suolo, adottare una dieta basata su prodotti locali, freschi, da coltivazioni rispettose dei lavoratori, della biodiversità e degli ecosistemi, è una scelta irrinunciabile. Qualche idea in più per mettersi subito in gioco?
Partecipare al Veganuary (neologismo derivante dall’unione di “vegan” e “january”), l’iniziativa che si ripete a gennaio di ogni anno e che invita le persone a sperimentare lo stile di vita vegano.
Mettendo a disposizione menu, liste della spesa e ricette golose per abbracciare, per almeno 30 giorni, una dieta completamente vegetale, il “veganuary effect” generato dall’iniziativa da oltre dieci anni contribuisce a salvare milioni di vite animali, milioni di litri d’acqua e tonnellate di CO2 (per ogni milione di partecipanti si riducono le emissioni di CO2 di una quantità pari a quella emessa da 1,2 milioni di voli sulla tratta Roma-Parigi). E per diminuire ancora di più il nostro impatto, scegliamo di rinunciare a packaging inutili e in plastica: facciamo un salto nei negozi che vendono alimenti sfusi, come il nostro Resto Sfuso, un piccolo angolo di sostenibilità nel cuore di Roma.
4. Fare rete
Il 2024 può essere l’anno giusto per entrare a far parte di un’associazione per la tutela dell’ambiente o per provare esperienze di volontariato nuove. Che si tratti di piantare alberi, contribuire alla costruzione di un ecovillaggio, ripulire le spiagge dai rifiuti, tutelare la fauna selvatica o promuovere l’educazione ambientale, far parte di un gruppo permette di gestire le ecoansie, di incontrare persone nuove con le quali condividere visioni ed esperienze, e di attivarsi, attraverso azioni concrete, per la costruzione di un futuro migliore. E per chi volesse unire un’esperienza di viaggio, sulla piattaforma workaway è possibile ricercare progetti di volontariato in tutto il mondo, con vitto e alloggio inclusi e senza limiti di età. Tra le tante organizzazioni presenti sul territorio, vi segnaliamo invece Driade – Per fare un albero, specializzata in progetti di mitigazione della crisi climatica. In un solo anno, i suoi volontari hanno piantato oltre un milione e mezzo di semi, riforestando 100 ettari sul Monte Cairo, un’area precedentemente distrutta da incendi dolosi.
5. Coltivare la meraviglia
A cosa serve il senso di meraviglia? Secondo Rachel Carson, questa emozione potente e profonda è alla base della nostra empatia nei confronti della natura e del nostro desiderio di proteggerla. La meraviglia, insomma, può fare da carburante per l’adozione di uno stile di vita più green e contribuire a far sì che i buoni propositi vengano rispettati nel tempo.
Segniamo allora in agenda, per il 2024, la ricerca di piccoli momenti giocosi, da assaporare in natura, in cui tornare bambini: fermiamoci a osservare le venature sul tronco di un albero, scriviamo una poesia ispirata ai profumi di un bosco, osserviamo i dettagli del mutare delle stagioni, impariamo a distinguere il canto degli uccelli, contiamo i petali di un fiore, osserviamo le stelle.
Pochi minuti sottratti al quotidiano che mettono a tacere la frenesia del consumismo e ci riconnettono con l’ambiente di cui siamo parte. Per vivere un 2024 di felicità autentica.
Saperenetwork è...
- Anna Stella Dolcetti, laureata in lingue e culture orientali presso l’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito un master in International Management alla Luiss Business School, si è specializzata in Marketing all’Istituto Europeo di Design e in Green Marketing all’Imperial College di Londra. È vincitrice e finalista di competizioni dedicate alle nuove tecnologie (Big Data e Blockchain) e lavora nella comunicazione per aziende ad alto tasso di innovazione. È diplomata in "sommellerie" e appassionata di alimentazione naturale. Nel tempo libero passeggia nei boschi, scala montagne e legge avidamente di biologia, astronomia, fisica e filosofia. Crede fermamente nella sinergia tra metodo scientifico e cultura umanistica e nell’utilizzo delle nuove tecnologie al servizio di etica, rispetto e sostenibilità sociale e ambientale.
Ultimi articoli
- Riquadrotagliomedio25 Settembre 2024Cinque economisti green che dovete conoscere – Parte seconda
- Politiche8 Luglio 2024Nuove regole sulla sostenibilità delle imprese, l’UE punta in alto
- Notizie20 Maggio 2024Amazzonia, il tasso di deforestazione è il più basso degli ultimi sei anni. Ma resta alta l’attenzione su degrado e sfruttamento
- Primo piano15 Aprile 2024Cinque economisti green che dovete conoscere