Massimo Scalia

Con Massimo Scalia se n’è andato un padre dell’ecologismo sistemico

È mancato improvvisamente uno degli esponenti più importanti del movimento ambientalista, storico protagonista del dibattito sull’energia e paladino di molti valori da riaffermare nel presente. Un esempio di acutezza scientifica e militanza che indichiamo, con affetto e gratitudine, ai nostri lettori

Apprendiamo con profondo dolore che poche ore fa è mancato Massimo Scalia, 81 anni, fra i padri del movimento ambientalista, persona di grande generosità umana, al quale ci lega una sincera gratitudine per la disponibilità che ha dimostrato in ogni stagione del suo lungo impegno da attivista all’interno dei Verdi e di Legambiente, da scienziato come docente di Fisica alla Sapienza di Roma dove ha animato, insieme al collega Gianni Mattioli, le pagine più belle della mobilitazione antinucleare. E ancora, da divulgatore sempre puntuale, acuto e appassionato in diverse testate, compresa la nostra.

 

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Sappiamo poco delle circostanze in cui è deceduto, si parla di un terribile incidente d’auto sulla Casilina, a Roma, di un successivo riconoscimento. Stentiamo a credere che non ci sia più, tanto era lo spirito battagliero di Scalia, che celava dietro un sorriso sornione una personalità intellettuale e politica dirompente, che lo portava a spaziare dal modello economico stazionario di Herman Daly alle questioni energetiche nelle quali ha lasciato un segno profondissimo, dalle problematiche della legalità (è stato alla fine degli anni Novanta, da parlamentare dei Verdi, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti) alle metodologie educative, come co-presidente del Decennio Unesco per l’educazione allo sviluppo sostenibile.

 

Guarda il video su Laura Conti con l’intervento di Massimo Scalia

 

La sua scomparsa è un trauma per le generazioni che hanno vissuto la fase pionieristica della cultura ecologista, per quanti hanno appreso anche da lui le basi di una visione che oggi abbiamo la responsabilità di arricchire e affermare nel presente. Per questo lo indichiamo ai lettori di Sapereambiente come una figura esemplare, da conoscere e alla quale ispirarsi, perché oltre che un grande uomo di scienza, dal pensiero indipendente, Massimo Scalia è stato un paladino sul campo di molti valori, compreso il pacifismo, di cui oggi in pochi riescono a leggere il significato sistemico.

 

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Marco Fratoddi
Marco Fratoddi
Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile di Sapereambiente, insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al). Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014).

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