Al Salone del Libro di Torino è tempo di vita immaginaria
È dedicata alla fantasia, al patrimonio di infinite possibilità date dalla lettura, la kermesse torinese di quest’anno, la prima diretta da Annalena Benini. Tra gli ospiti, Orhan Pamuk, Salman Rushdie, Elizabeth Strout. Da segnalare il Bosco degli scrittori di Aboca Edizioni, con i suoi 40 appuntamenti per riflettere sulla biodoversità
Ha aperto il Salone del Libro, in programma fino a lunedì 13 maggio al Lingotto Fiere di Torino. Questa attesa XXXVI edizione, la prima diretta da Annalena Benini, si presenta come la più grande di sempre: 137 mila metri quadrati totali, 800 stand con 1.160 editori, 2.000 eventi in 51 sale, un nuovo padiglione temporaneo – il numero quattro – di cinquemila metri quadrati al servizio di scuole e ragazzi, che si affianca agli spazi che da anni caratterizzano il SalTo: i padiglioni 1, 2, 3, l’Oval di Lingotto Fiere, il Centro Congressi Lingotto e, per il secondo anno consecutivo, la Pista 500, spazio sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli.
Le code davanti agli ingressi sono la riprova che lo spazio che un libro sa regalare è, anche in tempi social, un mondo nuovo e stupefacente sul quale affacciarsi.
Creatività in tutte le forme
Vita immaginaria, quel territorio sorprendente e misterioso che dà vita a un patrimonio di infinite possibilità, è proprio l’affascinante tema intorno al quale sono chiamati a riunirsi, e confrontarsi, lettrici e lettori di ogni età ed autrici e autori italiani e internazionali. Un omaggio alla vita immaginaria che muove la vita creativa, in tutte le sue forme: al suo modo geniale, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale.
Rushdie, Pamuk, Saviano, Strout: gli ospiti del SalTo 2024
Castelli in aria
Due i grandi temi che attraversano questa edizione del Salone: lo sguardo sulla nostra società e sul presente ed una riflessione urgente su femminismo, violenza di genere, il ricordo di grandi donne del presente e del passato, e il ruolo e lo spazio delle donne nella società. Lungo la rotta della vita immaginaria si è mossa anche la serata di ieri, nell’evento di Rai Radio3, in diretta dall’Auditorium Rai di Torino Arturo Toscanini, che anticipa come da tradizione l’apertura del Salone. A inventare Castelli in aria. Diventare qualcun altro fantasticando le parole di David Riondino, la voce di Monica Demuru e il pianoforte di Natalio Mangalavite. In questo viaggio in parole e musica si è partiti da Luciano di Samosata per arrivare fino ad Adriano Celentano, passando, tra gli altri, attraverso Carmelo Bene, Medea e Il fu Mattia Pascal di Pirandello. In chiusura, Annalena Benini ha ricordato che al Salone si porta tutto ciò che si ama:
«Non solo la letteraratura, ma anche l’arte, il cinema, l’editoria, l’informazione… E questo sguardo sul presente che davvero cerca di indovinare il futuro. In fondo, la vita immaginaria, come diceva Natalia Ginzburg, spesso anticipa i fatti della vita reale».
Le sezioni del SalTo
Benini si è fatta accompagnare in questo viaggio dagli scrittrici, scrittori, intellettuali e artisti ai quali sono state affidate le sette sezioni, ognuna su un tema rilevante e centrale per il Salone, che affiancano la programmazione generale. Melania G. Mazzucco sonda il tema dell’Arte – come si vive d’arte? Come la si promuove, la si scopre, la si inventa e la si tramanda? – con l’artista Monica Bonvicini, la gallerista Francesca Cappelletti, la scrittrice Alexandra Lapierre, l’archeologo, storico dell’arte e curatore di mostre Salvatore Settis. Francesco Piccolo conduce un percorso sul Cinema con Ippolita di Majo e Mario Martone, Francesca Archibugi e Jasmine Trinca, Paolo Sorrentino. Francesco Costa esplora l’Informazione, nella consapevolezza che le società di oggi non funzionano se l’informazione non funziona. A dialogarne con lui Jill Abramson, prima donna a dirigere il New York Times, Daniele Raineri, inviato di guerra, Ben Smith, uno dei giornalisti più influenti degli Stati Uniti, e Luca Sofri, direttore del Post.
Luciana con leggerezza
Il Bosco degli scrittori
Torna anche quest’anno al SalTo, nel padiglione Oval, il Bosco degli scrittori di Aboca Edizioni, uno spazio verde e vivente che tra terra, rocce e specchi d’acqua ospita migliaia di piante, un sottobosco di cespugli ed arbusti e una vera foresta di alberi a medio e alto fusto. Oltre a ospitare l’area espositiva dedicata alle pubblicazioni di Aboca Edizioni, il Bosco accoglie anche 40 appuntamenti, pensati per portare la riflessione sulla biodiversità – naturale e culturale – all’interno del Salone e che vedono protagonisti scrittori, filosofi, scienziati e tante voci di primo piano del panorama letterario e scientifico, uomini e donne che contribuiscono ogni giorno alla riflessione attorno ai grandi temi ambientali e di salute.
L’allestimento quest’anno include anche minerali, reperti fossili e un frammento di meteorite: è un invito ad abbandonare la prospettiva antropocentrica e a spingere lo sguardo oltre l’umano, per comprendere come sul Pianeta sia tutto interconnesso e come la nostra salute e la nostra felicità dipendano dal delicato equilibrio dell’ecosistema.
Il progetto del Bosco degli scrittori è ispirato dall’omonima collana di narrativa di Aboca Edizioni, che a partire dal 2019 ha consentito ad alcuni tra gli scrittori più interessanti e consapevoli del nostro panorama letterario di raccontare il mondo, il loro e il nostro, a partire da un albero. Il Bosco degli scrittori è stato sviluppato da Aboca in stretta collaborazione con il National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità. Progetto finanziato dall’Unione Europea – NextGeneration EU.
Saperenetwork è...
- Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.
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