Un bombo su un fiore

I bombi sono impollinatori preziosi ed è grazie a loro che otteniamo molto del cibo di cui ci nutriamo (Foto: Jurgen/pixabay)

Far rotolare una palla senza motivo apparente, se non quello ludico, non è una prerogativa umana. Si divertono così anche i bombi. Lo hanno scoperto lo zoologo Lars Chittka e colleghi osservando questi parenti stretti delle api, simili a buffi orsetti in miniatura, in azione alla Queen Mary University di Londra. Alcuni indizi sulle sorprendenti capacità cognitive di questi piccoli animali impollinatori c’erano già. Durante studi precedenti, i ricercatori avevano addestrato alcuni bombi a compiere determinate azioni per ottenere una goccia di zucchero come ricompensa. E altri bombi, guardandoli, avevano imparato a fare la stessa cosa.

 

Lo zoologo inglese Lars Chittka  studia il comportamento dei bombi 

 

Ma il nuovo studio di Chittka e colleghi, pubblicato sulla rivista Animal Behaviour, suggerisce che i bombi compiano alcune azioni semplicemente “per gioco”, senza addestramento né ricompensa alcuna, se non la gratificazione del gioco stesso. E non è poco: si tratta della prima osservazione sistematica di comportamenti classificabili come ludici tra gli insetti. L’esperimento, condotto su 45 esemplari di bombo terrestre (Bombus terrestris audax), prevedeva che i bombi attraversassero un’arena con alcune palline di legno prima di raggiungere una camera con del nettare. I bombi erano liberi di volare dritti alla camera del nettare, eppure sceglievano di fermarsi, prima e dopo essersi rifocillati, nell’arena per far rotolare in qua e in là le palline. Così, per gioco. E gli individui più giovani lo facevano più spesso di quelli maturi, proprio come ci si aspetta per i comportamenti ludici, che sono considerati una sorta di allenamento alla messa in atto di azioni utili e mirate a uno scopo.

«Il comportamento che abbiamo osservato nei bombi sembra avere uno scopo puramente ludico – afferma Samadi Galpayage Dona, ricercatrice della Queen Mary University e prima autrice dello studio – e ciò dimostra una volta in più che questi piccoli animali non sono robot, ma esseri senzienti»

 

Degli impollinatori su dei fiori viola
Gli impollinatori visitano molti fiori per alimentarsi e così trasportano il polline da una pianta all’altra, consentendone la riproduzione (Foto: Jan Van Bizar/pixabay)

I bombi e gli altri impollinatori nutrono anche noi

I bombi sono imenotteri della famiglia degli apidi e con le api condividono molte caratteristiche, come l’apparato boccale costituito da una proboscide (ligula) per suggere il nettare dei fiori, la tipica colorazione mimetica con cui segnalano di essere pericolosi a chi cerca di mangiarseli e l’ovopositore trasformato in pungiglione, che però usano di rado non essendo aggressivi. Ma soprattutto, come le api, i bombi sono preziosissimi impollinatori. Spostandosi di fiore in fiore per alimentarsi e raccogliere le scorte di nettare e polline da portare alla colonia, infatti, trasportano anche un po’ di polline da una pianta all’altra, consentendone la riproduzione sessuata. Con le loro abitudini e il loro stile di vita, i bombi e gli altri impollinatori occupano un tassello fondamentale nel mantenere la biodiversità e gli equilibri naturali. E ci forniscono un servizio ecosistemico prezioso, l’impollinazione appunto, di cui beneficiamo senza neppure rendercene conto.

Circa il 75% delle piante coltivate nel mondo dipendono, almeno in parte, dagli impollinatori per riprodursi e assicurarci un buon raccolto.

Senza gli impollinatori, molti alimenti indispensabili nella nostra dieta, tra cui tanti tipi di frutta, verdura e cereali, scomparirebbero dalle nostre tavole. Quando mangiamo, un boccone su tre ci arriva infatti dal loro solerte lavoro.

 

Guarda il video dei bombi che giocano 

 

L’impollinazione per ronzio, una specialità dei bombi

L’impollinatore per eccellenza, nel nostro immaginario, è l’ape europea o domestica (Apis mellifera), che viene allevata sin dall’antichità per la produzione del miele. Ma in realtà, le piante beneficiano in misura maggiore dell’azione di altri insetti, come le api selvatiche e i bombi. Questi, in particolare, sono impollinatori molto efficaci grazie alla folta peluria, alle particolarità della ligula e ad uno speciale metodo di impollinazione “per ronzio” (buzz pollination). Facendo vibrare i muscoli del volo, infatti, i bombi producono un ronzio che facilita il distacco del polline dal fiore. Questa tecnica, che Apis mellifera non utilizza, porta a impollinare in modo più efficace molti tipi di piante, soprattutto quelle provenienti da luoghi in cui l’ape europea è arrivata solo in tempi recenti. In America, ad esempio, è stata introdotta appena nel 1622. E infatti molte piante di origine americana, dai pomodori ai peperoni, dalle patate alle zucche, sono impollinate meglio per ronzio.

 

 

Un bombo su dei fiori dorati
Grazie all’impollinazione per ronzio, i bombi sono ottimi impollinatori di molti tipi di piante (Foto: Jurgen/pixabay)

 

 

I pesticidi, una grave minaccia per gli impollinatori

I bombi e gli altri insetti impollinatori svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre vite, ma la loro sopravvivenza è messa a rischio da numerose minacce. La situazione è così drammatica che gli scienziati parlano già da diversi anni di una “Apocalisse degli insetti”. Le cause di questo declino nelle popolazioni di insetti sono molteplici, ma tutte più o meno direttamente riconducibili all’azione dell’uomo, dal cambiamento climatico all’inquinamento, dalla conversione nell’uso del suolo alla perdita di habitat. Una minaccia particolarmente grave, per gli impollinatori, è data dagli insetticidi e soprattutto dai neonicotinoidi, pesticidi ancora molto usati in agricoltura nonostante abbiano effetti estremamente nocivi sugli insetti utili.

Ad alte dosi questi insetticidi causano intossicazioni mortali, a dosi più basse provocano gravi danni ai circuiti neurali.

I bombi, le api e gli altri impollinatori cominciano così ad avere problemi nell’alimentarsi, nel riconoscere i fiori, nell’orientarsi. Possono avere difficoltà di navigazione tali da non riuscire nemmeno a ritornare all’alveare. E come se non bastasse, i neonicotinoidi provocano un’alta mortalità delle larve, portando così a un ulteriore declino delle popolazioni. Le soluzioni per salvaguardare i bombi e gli altri impollinatori richiedono come sempre azioni su più fronti, dal passaggio a metodi agricoli più sostenibili al ripristino degli ecosistemi e fino alla creazione di corridoi ecologici. Ma anche noi possiamo fare qualcosa per queste creature amiche, piantando ad esempio nei nostri giardini e balconi fiori graditi ai bombi, come la lavanda, il papavero, la centaurea, la malvarosa, la campanula, il cardo e la bocca di leone.

Saperenetwork è...

Mara Marchesan
Naturalista di formazione, multiculturale per vocazione, da diversi anni lavora nel settore dell’editoria scientifica dove si occupa di progettazione e redazione di testi divulgativi e didattici. Come consulente ambientale e della sostenibilità ha sviluppato, gestito e coordinato progetti nazionali e internazionali sui temi dell’ecologia, della conservazione e dello sviluppo sostenibile per università ed enti di ricerca, organizzazioni governative e non governative e organismi internazionali. Spirito eclettico e curioso, con una passione atavica per la natura nelle sue molteplici forme ed espressioni, negli anni ha spaziato dai territori più tecnici e scientifici a quelli più arcaici e olistici, muovendosi sempre con l’entusiasmo dell’esploratore. Oltre al mondo naturale tout court, la appassionano il lifestyle eco-sostenibile e le innovazioni green, la letteratura e le espressioni artistiche e tutto ciò che è fusione tra natura e cultura. Con un gusto pionieristico per il viaggio, soprattutto se di esplorazione e scoperta.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)