Il Gran Sasso resta rosa sostenibile
L’illuminazione artificiale del “paretone”, in occasione del Giro d’Italia a Prati di Tivo, alla fine è stata evitata. Un pericolo scampato, una vittoria ambientale e soprattutto culturale. Perché commercializzare la Natura a favore di like sui social non porta mai nulla di buono
La notizia sembrò subito particolarmente stravagante. I responsabili organizzatori del Giro d’Italia in bicicletta, la Rcs, avevano lanciato la grande idea del 2024 al momento di svelare tutti i particolari della grande kermesse, la seconda al mondo dopo il Tour de France. Illuminare di rosa tutti i luoghi più significativi dove sarebbe passato il Giro. Era la fine del gennaio scorso e tra i punti iconici da illuminare a giorno c’era anche il “paretone” del Corno Grande, lo strapiombo che precipita dalla cima del Gran Sasso, la vetta più alta dell’Appennino, quasi 3 mila metri. Un bel fascio di forte luce rosa, lo stesso colore della maglia del primo classificato.
La società civile in difesa del Corno Grande
La reazione fu immediata da parte di Tommaso Navarra direttore del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, un’enorme area protetta di 140 mila ettari, luogo di eccellenza, sito di importanza comunitaria (SIC), inserito nella lista d’onore dell’Uicn l’unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Navarra fu affiancato da tutte le associazioni della società civile, dagli ambientalisti agli alpinisti del Club Alpino Italiano e le guide forestali. Contro il presidente del Parco tutti i comuni delle tre regioni confinanti di Abruzzo, Lazio e Marche.
Quel rosa “instagrammabile” incurante di orsi, lupi e camosci
Il Corno Grande di rosa illuminato avrebbe fatto il giro di tutti i social del mondo portando fama, gloria e onori. «Con appena un spesa di 300 mila euro il ritorno economico sarà importante», era la frase ricorrente di tutti quelli a favore, indifferenti al fatto di disturbare la pace e la bellezza di una natura importante, popolata di pochissimi orsi, molti camosci e anche lupi. Saperambiente accolse l’appello di Navarra e pubblicò la storia sperando nel ravvedimento di chi aveva avuto l’idea.
Solo la luce della luna
In silenzio, nel buio totale dell’informazione a larga tiratura sia stampata che visiva, l’illuminazione non ci fu. La zona di Prati di Tivo dove arrivò la tappa restò tranquillamente al buio.
Al tramonto ci fu un lieve color rosato sulle rocce. Di notte la luna illuminò il Corno Grande. Un piccolo miracolo, uno dei pochi purtroppo che accadono oggi in un periodo di tanta decantata sostenibilità.
A proposito una notizia forse inedita: il Ministero dell’Ambiente che aveva assunto il nuovo nome per la Transizione Ecologica è tornato a essere Ministero dell’Ambiente con un’aggiunta: per la Sicurezza Energetica. Chissà che vorrà dire.
Saperenetwork è...
- Giornalista professionista dal 1970, ha lavorato alla redazione romana de "Il Resto del Carlino" dal 1968 al 1972 (nel 1972 da New York), dal 1973 alla redazione romana de "La Stampa" fino al 1978 e alla redazione romana di "Panorama" dal novembre 1978 fino al 2002. All'inizio della sua attività si è interessato soprattutto di attualità, cronaca nera e giudiziaria. Dopo aver seguito inchieste giudiziarie, scandali politici e trame eversive (fino al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro) ha riversato il suo interesse, negli ultimi vent'anni di attività, per lo più sulle tematiche legate alla cultura, all'ambiente e alla protezione della natura. Per la casa editrice Iperborea ha scritto le introduzioni dei primi cinque libri di Arto Paasilinna pubblicati in Italia. A partire dalla metà degli anni ottanta ha prodotto e diretto, insieme a Riccardo Truffarelli (gruppo 6 aprile, Perugia) numerosi documentari in Amazzonia, Costa Rica, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Italia per i programmi culturali della Rai3, tra cui Geo, Geo&Geo, il Viaggiatore. Ha diretto 6 speciali, tra il 2004 e il 2007, per la trasmissione Stella del Sud (Rai 1) in Etiopia, Tanzania, Amazzonia, Groenlandia, Norvegia, Mauritania. Dipinge da oltre 50 anni. La ricerca pittorica, olio su tela e acquerello su carta, spazia tra l'astrattismo naturalistico e il verismo che si rifà alla wildlife art anglosassone: dipingere dal vero animali e ambienti. Ha esposto ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all'estero. È socio onorario dell'Aipan (associazione italiana per l'arte naturalistica) ed è tra i fondatori del progetto Ars et Natura, insieme ad un gruppo di artisti fra cui Concetta Flore, Federico Gemma, Graziano Ottaviani e Marco Preziosi, Stefano maugeri e Ale Troisi. Coinvolto da sempre nella protezione e nella conservazione della natura è stato tra i soci fondatori del Wwf Italia, consigliere nazionale della stessa associazione, nel 2002, ma anche, nei primi anni ottanta, di Legambiente e Lipu. È direttore responsabile di Greenpeace News. È stato insignito dal Presidente della Repubblica finlandese, signora Tarja Halonen, dell'ordine di Cavaliere della Rosa Bianca di Finlandia. Vive tra Roma e Kuusamo, Finlandia del Nordest.
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