Il volto di una madre nigeriana sconvolta dalle violenze di Boko Haram nel gennaio 2021. Lo scatto è di Sodiq Adelakun Adekola, Agence France-Presse

Il volto di una madre nigeriana sconvolta dalle violenze di Boko Haram nel gennaio 2021. Lo scatto è di Sodiq Adelakun Adekola, Agence France-Presse

Un anno in 134 scatti. A Bari la World Press Photo Exhibition

Rileggere dodici mesi di eventi, attraverso alcuni fra i migliori lavori foto-giornalistici pubblicati in tutto il mondo. Giunge al Teatro Margherita la tournée mondiale del prestigioso concorso nato nel 1955, in mostra fino al 13 novembre

Ogni giorno ci ritroviamo a leggere qualche articolo immancabilmente corredato di immagini. Nel loro insieme questi contenuti visivi descrivono la complessità del nostro presente, fissando in tanti fotogrammi le diverse realtà che ci circondano. Salvo essere dimenticati il giorno successivo, in un continuo bombardamento di notizie che consumiamo attraverso molteplici canali. Una preziosa opportunità per rileggere un intero anno di eventi, attraverso alcuni fra i migliori lavori foto-giornalistici, è la tournée mondiale del World Press Photo Exhibition 2022 che giunge, fino al 13 novembre, al Teatro Margherita di Bari.

 

Gul Mohammed, usciere del cinema Ariana, Kabul, chiuso dai talebani dopo il loro insediamento al potere (Foto: Bram Janssen, The Associated Press)
Gul Mohammed, usciere del cinema Ariana, Kabul, chiuso dai talebani dopo il loro insediamento al potere (Foto: Bram Janssen, The Associated Press)

Obiettivo inclusione

A promuovere l’evento è la fondazione World Press Photo, organizzazione non profit che nasce nel 1955 da un gruppo di fotografi olandesi con l’idea di connettere il mondo alle storie che contano. Ogni anno una selezione di lavori provenienti da tutto il mondo viene esposta in un tour mondiale, appunto il World Press Photo Exhibition. Sempre attenti all’inclusività, dal 2021 la selezione dei lavori avviene su base regionale: occhi e vissuti diversi pongono l’obiettivo su altrettanti diversi dettagli. Il tema è libero per garantire una narrazione eterogenea, le tematiche che stanno a cuore alle persone emergono senza bisogno di standardizzarle in categorie.

Ed ecco che il World Press Photo Exhibition diventa una testimonianza di nuovi movimenti, eventi politici e sociali, problemi ambientali e soluzioni che hanno caratterizzato l’anno passato.

Mosaico di storie

La mostra al Teatro Margherita di Bari ci racconta il 2021 attraverso i 134 scatti vincitori, selezionati tra i 64.823 lavori candidati e firmati per le maggiori testate internazionali, dal National Geographic a Le Monde, passando per Bcc ed El Pais. Nella maggior parte dei casi i fotografi scattano nella loro regione di provenienza. Queste fotografie sono spesso frutto di un lavoro rischioso per i reporter ma hanno un’inestimabile importanza nel dare risalto mondiale alle storie che raccontano.

 

Rahmatullah Ezati  controlla una pellicola cinematografica nel cinema Ariana,a Kabul. Anche se il cinema è stato chiuso dal governo talebano, i suoi dipendenti continuano a presentarsi al lavoro quotidianamente nella speranza di ricevere il salario (Foto: Bram Janssen, The Associated Press)
Rahmatullah Ezati  controlla una pellicola cinematografica nel cinema Ariana,a Kabul. Anche se il cinema è stato chiuso dal governo talebano, i suoi dipendenti continuano a presentarsi al lavoro quotidianamente nella speranza di ricevere il salario (Foto: Bram Janssen, The Associated Press)

 

Muovendoci nelle sale del teatro si ha l’opportunità di ricostruire il mosaico di storie che hanno caratterizzato il 2021. Attraverso le fotografie veniamo catapultati in Afghanistan. Lo stesso Afghanistan che per poche settimane alla fine dell’estate scorsa ha occupato le prime pagine di tutti i giornali. In un cinema deserto di Kabul scopriamo come, sotto il governo talebano, anche la cultura sia diventata una vittima di guerra. Poco più in là veniamo scopriamo le manifestazioni studentesche a favore della democrazia che hanno animato la Tailandia lo scorso autunno. Nel volto sconvolto di una madre nigeriana ci ricordiamo dei rapimenti degli studenti da parte del gruppo terroristico Boko Haram di cui avevamo letto a gennaio 2021 quando alcune studentesse erano riuscite a fuggire.

 

Una classe deserta alla Government Girls Secondary School, nel nordest della Nigeria, il giorno dopo il rapimento di 279 ragazze da parte di uomini armati (Foto: Sodiq Adelakun Adekola, Agence France-Presse)
Un’aula deserta alla Government Girls Secondary School, nel nordest della Nigeria, il giorno dopo il rapimento di 279 ragazze da parte di uomini armati (Foto: Sodiq Adelakun Adekola, Agence France-Presse)

 

Testimoni della crisi climatica

Molte le storie che raccontano della crisi climatica. Diverse sono le prospettive. Isadora Romeno, fotografa equadoregna, racconta in un cortometraggio composto da fotografie digitali della scomparsa dei semi. In un viaggio verso il villaggio ancestrale in Colombia, l’artista ripercorre le diverse tappe, dalla colonizzazione alla migrazione forzata, che hanno avuto come conseguenza la perdita delle conoscenze indigene. E così come i bisnonni erano considerati “guardiani dei semi”, impegnati a coltivare e proteggere diverse varietà di patate, oggi ne conosciamo soltanto due tipi. Lalo de Almeida mostra invece come le aggressive politiche di sfruttamento delle risorse ambientali dell’ex-presidente brasiliano Bolsonaro abbiano devastato la foresta Amazzonica. La distruzione del polmone del mondo ha effetti non soltanto sull’ecosistema e la biodiversità ma anche sulle società, soprattutto quelle autoctone, che si trovano a vivere in un ambiente degradato. Dall’altra parte dell’Oceano, in Indonesia, il disboscamento su larga scala dovuto alla produzione di olio di palma dà luogo a sempre più frequenti incendi boschivi. Abiransyah Liberto ne documenta gli strazianti effetti per l’ambiente e l’uomo che ne respira le polveri sottili.

 

Il disboscamento favorito dall'ex presidente Bolsonaro ha devastato la foresta Amazzonica (Foto: Lalo de Almeida, Folha de São Paulo/Panos Pictures)
Il disboscamento favorito dall’ex presidente Bolsonaro ha devastato la foresta Amazzonica (Foto: Lalo de Almeida, Folha de São Paulo/Panos Pictures)

 

Visione d’insieme

Certo è difficile confrontarsi in un solo momento con scenari tanto difficili. Ma le tematiche che si affrontano rappresentano solo uno spunto che i fotografi di tutto il mondo offrono agli spettatori. Sta a noi organizzare le immagini e le emozioni che ne scaturiscono, dotandole di significato, ricostruendo quella “visione d’insieme” che la frammentazione delle esperienze ci nega, per comprendere un presente che un giorno dopo l’altro rischia di sfuggirci.

 


Per saperne di più

www.worldpressphoto.org/calendar

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Sara Fiorito
Dopo la laurea triennale in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Torino, si è specializzata in Comunicazione ed innovazione alla Wageningen University and Research, università olandese prima al mondo per sostenibilità. Ha compiuto diverse esperienze di studio all’estero.

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