Michele Gentile nella sua libreria di Polla, con un piccolo lettore

Michele Gentile nella sua libreria di Polla. L'iniziativa Un libro sospeso si ispira alla tradizione del caffè sospeso napoletano

Un libro sospeso, così le piccole librerie salvano la cultura. Intervista al libraio Michele Gentile

Si ispira all’antica usanza partenopea del caffè sospeso l’iniziativa partita da una libreria di Polla, nel salernitano. Volumi destinati a bambini e ragazzi, protagonisti anche della campagna “Non rifiutiamoci”. Perché, al contrario delle multinazionali, le piccole librerie sono avamposti di cultura, solidarietà e salvaguardia ambientale

«Vorrei che Un libro sospeso diventasse un evento nazionale, una soluzione per aiutare le piccole librerie».

Michele Gentile è un librario (anche se preferisce definirsi book clochard) che dal 1985 trascorre le sue giornate in libreria, nella Ex Libris Caffè di Polla (SA), dove ha messo affetti, patrimonio, passione, tutto. È sua l’iniziativa Un Libro sospeso, che prende spunto dall’antica pratica del caffè sospeso napoletano lasciato nei bar per chi non poteva permetterselo. Allo stesso modo è possibile acquistare due libri, uno per sé l’altro per un ragazzo sconosciuto dai 10 ai 18 anni, il quale potrà riceverlo quando si recherà in libreria nei successivi sette giorni (recentemente sette comuni del Vallo di Diano hanno siglato un patto per la lettura con la Ex Libris Caffè, ndr).

Quando nasce Un libro sospeso?
Nasce nel 2002, quando mi resi conto che in Italia si leggeva poco, quasi niente, rispetto ai paesi europei. Il progetto è stato realizzato con i bambini della primaria dell’Istituto Santa Teresa del Bambino Gesù di Polla (SA).

Chi sono i principali lettori che hanno aderito a Un Libro sospeso?
I bambini perché hanno il potere di coinvolgere con il gioco i genitori che possono sostenere Un libro sospeso.

 

 

Michele Gentile, libraio, titolare della libreria Ex Libris di Polla, nel salernitano
Michele Gentile, libraio, titolare della libreria Ex Libris Café di Polla, nel salernitano. Sua l’iniziativa “Un Libro sospeso”

 

Tra le iniziative che state proponendo c’è anche la tutela dell’ambiente. Può spiegarci in che modo?
C’è un legame molto stretto tra ambiente e lettura. E ne ho le prove ogni giorno, quando guardo gli occhi dei bambini che vengono a “comprare” un libro con una bottiglia di plastica.

Con Un Libro sospeso ho potuto realizzare infatti anche la campagna Non rifiutiamoci, che dal 2016 ha raccolto 7,5 q di alluminio e, dal 2019, 6,5 q di plastica in cambio di 4300 libri sospesi.

Vorrei che l’iniziativa coinvolgesse tante librerie, non solo in Campania. Noto però l’indifferenza da parte della politica. Eppure le piccole iniziative potrebbero aiutare a risolvere enormi problemi come quello dei rifiuti.

Le piccole librerie soffrono lo strapotere delle grandi multinazionali e della digitalizzazione. Cosa possiamo fare per cambiare la tendenza?
Purtroppo le piccole librerie soffrono lo strapotere delle grandi multinazionali e della digitalizzazione perché sono considerate alla stregua degli esercizi commerciali. Ma non possono esserlo, in questo modo sono fuori gioco.

Le librerie sono piuttosto dei presidi culturali sul territorio: una legge dovrebbe sancirlo.

Ed è importante riuscire a partecipare a bandi nazionali, che ci riconoscano per l’importanza culturale e sociale. Credo che la politica debba pensare a una riduzione sensibile delle imposte.

 

 

 

Stiamo assistendo ad un analfabetismo di ritorno?
I dati parlano chiaro: ci troviamo di fronte a un alfabetismo funzionale e a una povertà educativa che riguarda tutto il territorio italiano. Nel 2018 in Campania i lettori di libri erano pari al 26,7%, i frequentatori di biblioteche il 7,7%, la povertà educativa dei bambini da 0 a 6 anni era del 52%.

La mancanza di lettura può avere degli effetti anche sulla democrazia e sulle scelte politiche?
Direi proprio di sì, lo notiamo da almeno 39 anni. La mancanza di consapevolezza induce a scelte che avvengono per riflesso e non per convinzione. Si sceglie con la pancia.

Chi non sa è costretto ad affidarsi all’altro che dice di sapere cosa fare. È un problema molto serio.

 

Secondo l'antica abitudine, a Napoli chi beve una tazza di caffè, bevanda culto della tradizione partenopea, in un bar ne paga spesso due. L'altro caffè resta "sospeso", è per chi non può permetterselo. Nella foto, Totò e Peppino De Filippo in "La banda degli onesti" (1956)
Secondo l’antica abitudine, a Napoli chi beve in un bar una tazza di caffè, bevanda culto della tradizione partenopea, ne paga spesso due. L’altro caffè resta “sospeso”, è per chi non può permetterselo. Nella foto, Totò e Peppino De Filippo in “La banda degli onesti” (1956)

 

Perché dal suo punto di vista la figura del libraio può essere una risorsa per i piccoli territori?

Il libraio è una risorsa perché difende i luoghi d’incontro, di confronto, di dialogo, tutto quello che manca a una società sempre più liquida.

Come ho accennato, le librerie possono contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Mi piacerebbe realizzare un elenco di quelle che vogliono portare avanti il progetto Non rifiutiamoci.

Ci sono dei libri che l’hanno aiutata nelle sue scelte?
La Storia di Elsa Morante e L’arte di amare di Erich Fromm.

Saperenetwork è...

Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)