Piazza Duomo a Spoleto, durante il Festival dei Due Mondi (Foto: Andrea Veroni)

Piazza Duomo a Spoleto, durante il Festival dei Due Mondi (Foto: Andrea Veroni)

È il Festival delle arti performative più antico d’Italia, inaugurato nel 1958 dal Macbeth di Giuseppe Verdi con la regia di Luchino Visconti. E adesso è pronto per alzare di nuovo il sipario sulla sua sessantaseiesima edizione, in programma quest’anno dal 23 giugno al 9 luglio 2023. Il Festival di Spoleto è infatti alle porte, e ancora una volta sta per trasformare la cittadina umbra nella città delle arti. Magica e senza tempo l’atmosfera di questo luogo che per tre settimane mescola la realtà con la finzione, la quotidianità con la magia del teatro, gli artisti con gli spettatori, mettendo in relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali.

 

 

Natura, animali, contaminazioni

La direzione artistica di Monique Veaute dal 2020 ha riportato al centro della programmazione artistica il dialogo tra le discipline e la contaminazione tra i generi mettendo il pubblico di fronte a esperienze innovative e non convenzionali. Ci sono le due grandi orchestre in residenza, celebri a livello internazionale, quella del Festival di Budapest diretta da Iván Fischer, impegnata quest’anno in una nuova produzione d’Opera, e quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con i direttori Jakub Hrůša e Antonio Pappano per i due concerti sinfonici di apertura e chiusura. Intorno a loro gli appuntamenti da camera di mezzogiorno che coinvolgono oltre ai musicisti della Budapest anche quelli dell’Orchestra da Camera di Perugia per uno straordinario, incantevole ciclo tutto dedicato agli animali nella musica.

Il rapporto tra l’uomo, la natura e le altri specie viventi sul pianeta attraversa tutto il programma che si interroga sui sentimenti delle relazioni umane, amore e morte, identità e diversità, giustizia e discriminazione.

 

Il ritorno dell’opera e la danza anti convenzionale

Torna poi l’opera, che manca da tre edizioni ed è stata affidata alla Budapest festival orchestra diretta da Ivan Fischer, che al Nuovo-Menotti porta l’unico dramma musicale di Claude Debussy, ovvero Pelléas et Mélisande. Dopo dieci anni torna a indossare le scarpette Benjamin Millepied che arriva col pianista Alexandre Tharaud per Unstill Life, una serata dedicata alla relazione tra danza e musica (25 giugno). Prima nazionale per Into the Hairy di Sharon Eyal-Gai Behar che, coi costumi Christian Dior, invaderà il Nuovo-Menotti con una danza fuori dai canoni convenzionali, fondendo il classico con la cultura dei club underground e spingendo la danza contemporanea ben oltre i suoi confini (dal 30 giugno al 3 luglio).

 

Guarda il trailer del Festival di Spoleto 

Respiri, coreografie, fado, robot e apocalissi…

Di grande interesse l’esplorazione coreografica dedicata al respiro, il progetto M di Marie Chouinard al Nuovo-Menotti con un’ode alla vita e una colonna sonora la cui materia prima è il respiro dei dodici danzatori (8-9 luglio). Sempre per la danza, da Lisbona torna poi a Spoleto il duo Jonas&Lander che al Due Mondi porta tre spettacoli: Lento e largo, ovvero un’apocalisse visiva con performer robotici e umani in un ambiente scenico basato e influenzato dall’opera di Hieronymous Bosch (San Simone 6 luglio); Cascas d’OvO, che esplora una comunicazione telepatica, sovrumana, come massima espressione del legame relazionale di coppia (San Nicolò 7 e 9 luglio); e, infine, Bate Fado, una performance ibrida, tra danza e concerto di fado, pensata per quattro ballerini, un cantante di fado e quattro musicisti (8 luglio).

 

 

Saperenetwork è...

Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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