Guerra Israele-Gaza, sono già 36 i giornalisti morti
Da settimane le autorità israeliane ed egiziane non permettono l’ingresso di giornalisti dal valico di Rafah. Tutto quello che sappiamo e vediamo della guerra, lo dobbiamo ai reporter e agli operatori già presenti nel territorio. Che rischiano la vita ogni giorno. Il Committee to Protect Journalists pubblica un elenco dei morti e dei dispersi accertati
Wael Dahdouh si è allontanato dalla telecamera, appoggiandosi al muro per nascondere le lacrime. Poi è corso all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa per dare l’ultimo saluto a sua moglie, suo figlio, sua figlia e suo nipote, uccisi in un raid aereo israeliano che ha colpito la casa in cui si erano rifugiati. Si legge così, sul sito di Al Jazeera, l’emittente qatarina per la quale era un reporter veterano. La morte dei famigliari di Dahdouh risale a fine ottobre, mentre è del 5 novembre fa la notizia che durante un raid israeliano nel sud del Libano sono rimaste uccise la sorella e le tre figlie di un giornalista libanese, mentre erano in macchina. Morti che fanno parte del bilancio tristemente “prevedibile” di una guerra in cui stanno morendo anche tantissimi giornalisti in prima persona. A dare l’allarme il Committee to Protect Journalists, organizzazione indipendente con sede a New York, fondata nel 1981 per proteggere libertà di stampa e giornalisti, che sta indagando su tutte le segnalazioni di giornalisti e operatori dei media uccisi, feriti o dispersi durante la guerra, compresi quelli feriti mentre le ostilità si estendevano al vicino Libano.
Come si legge nel comunicato pubblicato sul sito, al 5 novembre, il Cpj stima che sono almeno 36 i giornalisti e operatori dei media morti tra le oltre 11.000 vittime accertate finora nel conflitto iniziato il 7 ottobre. I giornalisti presenti a Gaza stanno affrontando rischi enormi e sono in costante pericolo di vita dati i devastanti attacchi aerei israeliani. Le comunicazioni interrotte e le interruzioni di corrente rendono ancora più difficile il loro lavoro. Secondo i dati del Cpj, dei 36 giornalisti morti 31 sono palestinesi, 4 israeliani e un libanese. Ci sono almeno 3 reporter dispersi e 8 arrestati. Il pericolo è anche intorno alla Striscia di Gaza. «I giornalisti a Gaza stanno affrontando un rischio esponenziale», dichiara Sherif Mansour, coordinatore del programma Medio Oriente e Nord Africa del Cpj.
«Ma anche i loro colleghi in Cisgiordania e in Israele si trovano ad affrontare minacce, aggressioni e intimidazioni senza precedenti per ostacolare il loro lavoro vitale su questo conflitto».
Va ricordato poi che da settimane le autorità israeliane ed egiziane non permettono l’ingresso di giornalisti dal valico di Rafah: tutto quello che sappiamo e vediamo di questa atroce guerra, lo dobbiamo ai reporter e agli operatori presenti nel territorio, che rischiano ogni giorno la vita. L’elenco dei giornalida settimane le autorità israeliane ed egiziane non permettono l’ingresso di giornalisti dal valico di Rafah: tutto quello che sappiamo e vediamo di questa atroce guerra, lo dobbiamo ai reporter e agli operatori presenti nel territoriosti morti in questi giorni di guerra è visibile sul sito del Cpj. Viene, purtroppo, aggiornato costantemente.
Saperenetwork è...
- Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.
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