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I relatori dell'evento "Guardare oltre" organizzato da Comitato Testamento Solidale: Paolo Anselmi, Luisa Leonini, Vincenzo La Manna, Flavia Fiocchi, Rossano Bartoli

Spaventati dal futuro ma più generosi, gli italiani in una nuova ricerca sulle donazioni

Nella giornata internazionale del lascito solidale 2022, presentata a Roma nel corso dell’evento “Guardare oltre” organizzato dal Comitato Testamento Solidale, l’indagine Walden Lab sullo stato della solidarietà in Italia. Rispetto agli anni precedenti, emerge più incertezza e più attenzione al futuro, agli affetti e alle cose semplici

Questa mattina all’Istituto Treccani, nel corso dell’evento “Guardare oltre” in occasione della Giornata Internazionale del Lascito Solidale, un panel di esperti ha fatto il punto sullo stato della solidarietà in Italia a partire da quanto emerso dall’indagine “Futuro, benessere, solidarietà, lasciti solidali. Come sono cambiati gli orientamenti degli italiani dopo due anni segnati da pandemia e guerra”.

Promossa dal Comitato Testamento Solidale, la ricerca è stata condotta da Walden Lab tra l’ultima settimana di giugno e la prima settimana di luglio 2022, su un campione statisticamente rappresentativo (1006 persone di età compresa tra i 25 e i 75 anni).

Relatori dell’evento erano: Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente Lega del Filo d’Oro; Paolo Anselmi, Fondatore e Presidente di Walden Lab e Docente di Marketing Sociale presso l’Università Cattolica di Milano, Flavia Fiocchi, Consigliere Nazionale del Notariato con delega alla Comunicazione del Terzo Settore e Luisa Leonini, Professore di Sociologia dei Processi Culturali all’Università degli Studi di Milano, con la moderazione del giornalista Vincenzo La Manna.

 

Paolo Anselmi di Walden Lab presenta i risultati emersi dalle risposte alla domanda sul futuro posta agli intervistati.

Non è più tempo di pensare solo al qui e ora

Pandemia, conflitti e instabilità politica hanno reso gli italiani più inclini a guardare avanti, ma con preoccupazione: per 7 cittadini su 10 il pensiero del futuro genera un senso di incertezza e di impotenza rispetto a quanto potrà accadere e soltanto in 3 su 10 stimola una spinta concreta a impegnarsi per costruire un mondo migliore.

Sul futuro del nostro paese, la ricerca registra una caduta verticale dell’ottimismo: il 45% pensa che nei prossimi 10 anni l’Italia peggiorerà, solo il 25% si aspetta miglioramenti. Guardando al privato, le preoccupazioni più ricorrenti sono le malattie (64%), il decadimento fisico (47%), le difficoltà economiche (45%), la solitudine (34%).

Paura della crisi climatica e desiderio di rispetto per la natura ed equità

Guardando al futuro comune, la paura più diffusa è legata alla crisi climatica (53%) seguita da guerre (44%), crescita della povertà (40%) e pandemie (37%). Retrocedono nelle ultime posizioni temi fino a pochi anni fa molto più sentiti come l’aumento dei flussi migratori (15%) e il terrorismo (10%).

 

Anselmi presenta i risultati relativi alle maggiori paure degli italiani emerse nella ricerca

 

Più di 6 Italiani su 10 desiderano per il futuro personale una vita tranquilla e in qualche modo più autentica, mentre per la collettività aspirano a una crescita del senso civico, del rispetto per la natura e dell’equità sociale. In ogni caso, la paura del futuro che emerge nella ricerca sembra che non ci sta rendendo più chiusi e individualisti, anzi cresce l’attitudine al dono e anche quella al lascito solidale.

I numeri della generosità

Nel 2022 dichiara di aver fatto almeno una donazione il 38% degli italiani, ben 10 punti in più rispetto a ciascuno dei due anni precedenti e l’importo della donazione media balza a 118 euro, contro i 90 del 2021 e i 77 del 2020. Tra le cause sostenute negli ultimi 12 mesi, salgono ricerca medico-scientifica (45% vs 37% nel 2021) ed emergenze umanitarie (28% vs 15% del 2021). Restano fanalino di coda le donazioni per la tutela del patrimonio artistico (3% vs 5% del 2021). Inoltre, il 61% dichiara di avere donato a un’organizzazione di cui si fida contro il 44% dello scorso anno.

Tra gli italiani over 50, sanno oggi cosa sia un lascito solidale (79%) in netta crescita rispetto al 73% del 2021 e al 72% del 2020. Nel contempo cresce l’orientamento a farne uso: nel 2022 sale al 26% la percentuale di quanti lo hanno fatto o sono propensi a farlo, ben 4 punti in più rispetto al 2021 (22%) e 6 punti rispetto al 2020 (20%).

 

Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente Lega del Filo d’oro

 

«Gli eventi drammatici degli ultimi due anni hanno fatto crescere il senso di preoccupazione e forse hanno condotto a una riflessione su ciò che è davvero importante nella vita: la famiglia, gli affetti, le cose semplici – spiega Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – L’aspetto interessante però è che l’ansia del futuro non ci ha resi più individualisti, anzi. E rispetto al 2020 tra gli over 50 cresce di 7 punti la conoscenza del lascito solidale e di 6 punti la propensione a farlo. Si tratta di una scelta che non lede in alcun modo i diritti degli eredi e che può davvero tradursi in un gesto concreto per lasciare una traccia, un senso di responsabilità verso il prossimo. È anche un gesto di fiducia verso le organizzazioni del Terzo Settore che, con il loro operato, garantiscono in trasparenza che le ultime volontà di un donatore si trasformino in progetti concreti laddove ce n’è più bisogno».

 

Del Comitato Testamento Solidale fanno parte 26 organizzazioni non profit: ActionAid, AIL, AISM, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Associazione Luca Coscioni, CBM, Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Operation Smile Italia, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Save the Children, Smile House Fondazione Onlus, UICI, Università Campus Bio-Medico di Roma, Unicef e Vidas.

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