Due soldati armati

Voto al Senato per ridurre il controllo sull’esportazione di armi (Foto: Kony Xyzx, pexels)

Voto al Senato per ridurre controllo e trasparenza su export di armi, l’allarme di Rete Pace Disarmo

La Commissione Affari Esteri e Difesa ha approvato tre emendamenti del DDL di modifica della Legge 185/90 che inficiano gravemente la trasparenza della Relazione annuale al Parlamento sulle nostre esportazioni di materiali militari

La Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato ha votato emendamenti che indeboliscono controllo e criteri di autorizzazione relativi all’export di armi, rigettando le proposte di miglioramento della società civile e ignorando le norme internazionali. Questo l’allarme lanciato dalla Rete Pace Disarmo, secondo cui la nuova norma ridurrebbe la trasparenza della Relazione annuale al Parlamento, eliminando tra l’alto le informazioni sugli incassi finanziari per le vendite all’estero.

I tre emendamenti, approvati lo scorso 16 gennaio durante l’iter del Disegno di legge per la modifica della Legge 185/90 sull’export militare predisposta dal Governo (Atto Senato n. 855), si innestano su un testo che presenta già aspetti problematici, come sottolineato in audizione da Rete Pace Disarmo.

Il testo infatti modifica i meccanismi di rilascio delle autorizzazioni e affida il cuore delle decisioni all’ambito politico senza un adeguato passaggio tecnico che garantisca il rispetto dei criteri della legge italiana e delle norme internazionali sulla materia. La formulazione definitiva (e in un caso il testo completo) poi approvata dei tre emendamenti è stata presentata all’attenzione dei Senatori solo al momento della seduta. Non dando quindi la possibilità di un dibattito compiuto e privando la società civile delle conoscenza reale di quanto si stava discutendo.

 

Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa (OPAL)

Export più opaco

«Particolarmente negativo l’emendamento volto a eliminare ogni informazione riguardo agli Istituti di credito operativi nel settore dell’import/export di armamenti. I correntisti non sapranno più dalla Relazione quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi verso l’estero, in particolare verso Paesi autoritari o coinvolti in conflitti armati» commenta Giorgio Beretta dell’ Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa (OPAL). Se le modifiche votate in questa prima fase di dibattito parlamentare sul DDL 855 sopravviveranno ai successivi passaggi dell’iter verranno sottratte al controllo di Parlamento, società civile e opinione pubblica le informazioni precise – oggi presenti nella Relazione annuale ufficiale – sulle esportazioni dei materiali militari autorizzate e svolte dalle aziende.

La modifica della Legge 185/90 promossa da governo e maggioranza sembra avere, come temuto dalla Rete Pace Disarmo, l’obiettivo di un’applicazione meno rigorosa dei principi e dei criteri della Legge.

La Rete sottolinea nel suo comunicato come siano stati bocciati tutti gli emendamenti proposti dalle minoranze, nonché alcuni importanti emendamenti proposti dalla Relatrice del provvedimento (la Presidente della Commissione Craxi) che andavano nella direzione di un miglioramento di controlli, meccanismi decisionali e trasparenza. Molti riprendevano le proposte e le indicazioni di Rete Pace Disarmo, che si è mossa fin dall’inizio con spirito costruttivo sul dibattito relativo al DDL, con un’apertura al confronto sul merito, basata su dati ed elementi oggettivi, ignorata e rigettata dalla maggioranza di Governo.

Un regalo agli interessi armati

E’ importante ricordare come sistemi d’arma italiani sono stati e sono tuttora inviati in decine di situazioni di conflitto, di violazione diritti umani, di presenza di regimi autoritari come invece sarebbe e espressamente vietato dalle norme in vigore. Riducendo ulteriormente l’attenzione nell’applicazione dei criteri di rilascio delle licenze e la capacità di controllo del Parlamento e della società civile tali situazioni problematiche non potranno che peggiorare. Riportando così l’Italia ad uno stato di opacità e debole regolazione della vendita di armi cui era stato posto un freno con l’approvazione dell’innovativa Legge 185 nel 1990.

 

 

«Come eredi della grande mobilitazione della società civile che aveva portato all’approvazione di questa norma non permetteremo che i profitti di sistemi d’arma che alimentano guerre e militarizzazione vengano considerati più importanti del rispetto dei diritti umani, della vita delle popolazioni e degli sforzi di costruzione della Pace», commenta infine Rete Pace Disarmo, e annuncia una forte mobilitazione per impedire che le vendite di armi tornino ad essere circondate da una pericolosa opacità.

 

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