Le clarisse di Oristano

Nel volume "La Luce delle Clarisse", con foto di Gabriele Calvisi, sette suore di clausura raccontano la propria vita quotidiana. I proventi delle vendita per sostenerle

Preghiera e amore per la natura. La vita delle Clarisse di Oristano in un libro fotografico

Un monastero trecentesco nel cuore della Sardegna, un gruppo di suore di clausura che vivono in armonia con gli animali e la natura, prendendosi cura di famiglie bisognose. Ottanta scatti che raccontano la loro vita. Tra preghiera, passione e lavoro quotidiano

«Ed è naturale aiutare le Clarisse e aiutare se stessi a ritrovare i ritmi dell’anima, anche passando attraverso il proprio lavoro. Cloe, la gattina di Suor Caterina, ha un rapporto un po’ tiepido con Moretta, la gatta più anziana. La piccola si infila in qualunque pertugio della clausura che la porti tra le braccia delle suore. La stireria è il suo luogo preferito ed è lì che la si scova quando il grande giardino, regno della micia più anziana, soffre la sua mancanza. Lei ascolta, accoccolata su qualche pezza, le chiacchiere sommesse delle suore che cuciono, i racconti (perché le monache hanno molte esperienze da condividere) e ronfa a tutto spiano».  

Così sulla sua pagina Facebook scrive Monica Pais, celebre medico veterinaria della clinica Duemari di Oristano, autrice di libri di successo e fondatrice di Effetto Palla, la onlus ispirata all’omonima cagnetta cui Monica e il suo staff salvarono la vita nel 2016, diventata ormai una star del web. 

 

Tra spiritualità e duro lavoro

Ma di cosa parla la Pais? Di un’iniziativa senza precedenti di cui lei è tra i promotori e ideatori, insieme all’imprenditore Massimiliano Daga e alla giornalista Patrizia Mocci de L’Unione Sarda: la campagna di crowdfunding per stampare mille copie di uno splendido libro fotografico, La Luce delle Clarisse, con foto di Gabriele Calvisi. Qualcosa di unico nel suo genere perché, per la prima volta, delle suore di clausura mostrano al mondo il loro vivere quotidiano, tra preghiera e amore per natura e animali. Il monastero in questione è quello di Santa Chiara di Oristano, in Sardegna, e ospita sette monache, “sas sorres”, che hanno bisogno di aiuto.

«Le ho conosciute circa dieci anni fa perché avevano bisogno dei miei servigi veterinari – racconta la Pais – e poi sono rimasta molto amica di queste persone che ti aprono un mondo di spiritualità inimmaginabile. Le Clarisse del monastero di Santa Chiara di Oristano per tanti secoli hanno vissuto esclusivamente della pietas della popolazione. Vivono dunque di carità, alcune di loro in passato erano insegnanti e percepiscono pensioni ma non hanno una continuità economica. Su sette solo due hanno meno di cinquanta anni, le altre sono tutte ultra ottuagenarie e molto malate».

E prosegue: «Vivono in un monastero trecentesco molto grande e dispendioso nella manutenzione, freddo d’inverno e non proprio adatto a persone anziane. Ricevono aiuti molto limitati dalla Curia e non riescono a sopravvivere. Nonostante questo, comunque sostengono quattro famiglie disagiate di Oristano. Così nel tempo abbiamo organizzato varie iniziative per aiutarle economicamente. Nel 2017 ho raccontato alle suore che avevo un amico che faceva foto meravigliose e che si sarebbero potute scattare delle immagini per raccontare la loro quotidianità attraverso delle mostre allo scopo di raccogliere fondi. Infine l’idea di realizzare un libro fotografico». 

 

La copertina del libro fotografico “La Luce delle Clarisse”

“Sas sorres” e i gatti

Scrive Gabriele Calvisi, l’autore delle foto: «L’abbadessa suor Chiara Elisabetta, nata ad Arborea, cresciuta a Tramatza, di mestiere governante prima di entrare in clausura a 21 anni, ventotto anni fa, governa con pacata saggezza e umiltà la comunità. Suor Maria Caterina, il nostro punto di riferimento, un motore perpetuo di iniziative e attività: è di Abbasanta, insegnante prima di entrare nel monastero a 32 anni, nel 2007. Poi suor Doretta, che entra a 43 anni in clausura, nel 1990, di professione medico, nata a Cagliari. Suor Maria Nives entra nel 1961 in monastero a 24 anni, faceva la sarta, nata a Selargius. Suor Maria Immacolata e suor Chiara Rosaria, la prima entrata a 21 in clausura, di professione casalinga e la seconda a 48 anni, prima faceva la commerciante, entrambe di Alghero. E poi suor Gesuina da Siapiccia entrata a 23 anni nel monastero nel 1960, sarta. Bisogna aggiungere altre tre protagoniste del libro, decedute in questi anni. Suor Giuseppina, suor Chiara e suor Teresa che mi ha accolto con tanti Deo Gratias alla ruota di legno. Altri tre protagonisti dell’affetto delle clarisse sono le gattine Neretta e Cloe e il gatto Gigio che non c’è più».

 

Ottanta scatti di vita

Come hanno accolto questa idea le suore di clausura?«Quando Monica ha detto che conosceva un fotografo molto bravo che poteva riprendere la nostra vita io, che sono la più giovane, sono stata titubante – racconta suor Maria Caterina Quartu, la più giovane delle clarisse e riferimento del progetto – perché pensavo alle consorelle più anziane. Invece loro hanno preso questa iniziativa come un’occasione per farci conoscere, per far vedere al mondo cosa facciamo: preghiera, lavoro e vita fraterna. Le giornate sono pienissime, non abbiamo nemmeno il tempo di respirare: abbiamo un orto e un frutteto da mandare avanti, tanti lavori da sbrigare, il monastero è grande e necessita di cure continue».  Così negli ottanta scatti c’è la suora che cuce («ha una mano in meno perché le hanno amputato un braccio per la poliomelite in età giovanile» racconta Monica), l’altra che prega, Caterina che abbraccia con tenerezza i suoi mici. «Ho sempre avuto la passione per gli animali fin da piccola – ricorda lei – il monastero nel tempo ha costantemente ospitato gatti, oggi c’è la piccola Cloe e l’anziana Moretta.

Il nostro rapporto di clarisse con la natura e gli animali è di assoluto rispetto e trovo che l’enciclica di Papa Francesco sia stata assolutamente illuminante per come sia riuscito a far capire che il nostro rapporto con il creato non deve essere “tanto per”, ma vada inteso come “creazione di Dio”. Noi viviamo qui solo di passaggio, però il nostro passaggio vuol dire lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Papa Francesco ha avuto il coraggio di dire e scrivere tante cose che altri non hanno fatto.

 

Guarda il video di presentazione del progetto fotografico “La Luce delle Clarisse”

In comunione con il Creato

«Il concetto di queste donne chiuse là dentro che pregano per noi è straordinario – sottolinea la Pais. Essendo francescane sono in comunione con il creato, la natura e gli animali, hanno una visione spartana cui possiamo ispirarci: si mangia quello che abbiamo a disposizione, per esempio. La prima volta che sono andata da loro mi chiesero quanto mi dovessero per la prestazione veterinaria. Io ovviamente risposi che nulla era dovuto, anzi che ero felice di averle potute aiutare. La badessa del tempo allora mi disse: “Per che cosa vuole che preghiamo?” con una normalità disarmante. Persone nella loro spettacolare umiltà e semplicità erogano una straordinaria energia fisica e spirituale alla cittadinanza».

 Il libro, inevitabilmente, porta a farci la solita domanda: cosa spinge queste persone a rinchiudersi tra quattro mura?

«La ricerca di essere felice – risponde suor Caterina – Non lo ero del tutto, ero alla ricerca di una felicità che ti lascia dentro pace e armonia e ora, dopo aver fatto questa scelta 14 anni fa, mi sento realizzata. Anche se viviamo qui siamo in contatto col mondo, abbiamo la tv, internet e poi parliamo con le persone. La gente è frenetica e non ascolta il cuore, non sa cosa vuole non solo a livello lavorativo ma anche nel profondo. Il “tutto subito” ti porta a fare scelte affrettate ma non ponderate. Noi registriamo questa sofferenza e incertezza nel futuro e proviamo a far leggere le cose in modo più spirituale. Il mondo è spietato: bianco o nero, se sei grasso sei brutto, se non hai soldi sei un disgraziato, ci sono categorie che ti incatenano. Il libro fa vedere la nostra vita e quindi trasmette un senso di felicità, di serenità. E qui dovrebbe nascere la domanda: perché queste donne che sono chiuse lì dentro sono felici?».  

 

 

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Come sostenerle

Gli autori del libro La Luce delle Clarisse sono un gruppo di amici del monastero: Monica Pais, Massimiliano Daga (imprenditore), Patrizia Mocci (giornalista de L’Unione Sarda), Gabriele Calvisi (fotografo), Antonello Carboni (regista), Enrico Correggia (musicista), Carlo Girio Mariotti (grafico) Maria Franca Perra, (architetto e fotografa), Sergio Melani (grafico). Per la stampa hanno lanciato una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 10.000,00 € entro il 30 giugno, con la modalità “tutto o niente”. Con tale somma si potranno stampare il libro in mille copie. Il prezzo di vendita del libro è di 30,00 euro per singola copia, 50,00 euro per due copie e 100,00 euro per quattro copie. Per sostenere il progetto comprando anticipatamente il libro basta accedere alla piattaforma Produzioni dal Basso, digitare il progetto La Luce delle Clarisse, scegliere le ricompense, pagare. Le somme raccolte, oltre a coprire i costi di stampa, sono utilizzate per far fronte alle esigenze della vita quotidiana delle clarisse.

 

 

Tutte le donazioni, le sponsorizzazioni e i ricavi della vendita del libro sono totalmente a favore del Monastero Santa Chiara. Il libro fotografico contiene ottanta fotografie a colori tirate da Gabriele Calvisi a partire dal 2017 fino a oggi, per la prima volta, dentro il monastero Santa Chiara di Oristano.

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Sabrina Mechella
Sabrina Mechella ha iniziato la professione giornalistica collaborando col quotidiano Il Messaggero. È stata addetta stampa per il Comune di Viterbo ed è poi passata alla cronaca giudiziaria per alcuni quotidiani online. Dal 2010 si occupa di ambiente, prima come redattore del bimestrale Eco-news, poi con Ideegreen.it e con La Stampa - Tuttogreen. È stata ideatrice e conduttrice del programma Amici animali, in onda nel 2019 su Tele Lazio Nord

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