Cinque cartografi che dovete conoscere. Parte prima

Rappresentare il mondo al meglio per cercare di capirlo o almeno per non fraintenderlo: importantissimo, e ce ne stiamo rendendo conto in questi giorni di guerra. Ecco perché abbiamo deciso di parlarvi di coloro che il Pianeta lo hanno studiato, misurato, raffigurato. Cominciando dai primi cinque cartografi che dovete conoscere…

Tentare di rappresentare al meglio il mondo che ci ospita è forse una delle peculiarità che accompagna la specie umana fin dai suoi albori. Le prime rappresentazioni spaziali si ritiene siano apparse già in popoli privi di ogni forma di scrittura. Poiché incise su materiali deperibili, tuttavia, di queste non si hanno testimonianze.

Le più antiche forme documentate di rappresentazioni simil cartografiche riguardano raffigurazioni del cielo notturno, come testimoniano i graffiti nei muri delle grotte di Lascaux, in Francia.

Pitture rupestri, databili al 16.500 a.C., in cui sono riconoscibili le costellazioni di Vega, Deneb, Altair, così come le Pleiadi. La più antica rappresentazione della Terra nota è, invece, la cosiddetta Imago mundi babilonese, incisa su una stele del VI secolo a.C.. È poi nel periodo ellenistico-romano che vengono introdotte le coordinate geografiche, nonché gettate le basi della cartografia scientifica grazie alle osservazioni di Tolomeo che, per primo, si chiese come si potesse rappresentare una porzione di superficie sferica – della Terra – su una carta piana.

Dalle carte ai planisferi

Bisogna aspettare l’Alto Medioevo per assistere invece allo sviluppo delle Mappae mundi prima e dei planisferi tolemaici poi.Mentre la cartografia moderna – intesa come l’insieme di conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche finalizzate alla rappresentazione simbolica, su supporti piani o sferici, di informazioni geografiche, statistiche, demografiche, economiche, politiche e culturali – nasce solo nel 1800. 

 

 Martin Behaim
Un ritratto di Martin Behaim. Navigatore, cartografo e astronomo, è conosciuto per il suo Erdapfel, il più antico globo terrestre arrivato fino ai nostri giorni (Immagine: Facebook)

 

Dalla prima e sorprendentemente accurata stima del raggio terrestre condotta da Erastotene nel 230 a.C, alle immagini satellitari odierne, passano quindi secoli di studi condotti dai primi cartografi. Che vale la pena conoscere.

Martin Behaim

Martin Behaim nasce a Norimberga il 6 ottobre 1459. Navigatore, cartografo e astronomo, è conosciuto per il suo Erdapfel, il più antico globo terrestre arrivato fino ai nostri giorni. Questo fu realizzato per la Città imperiale di Norimberga nel 1492, anno in cui fu scoperta l’America, di cui, ovviamente, nel globo di Behaim non vi è traccia. Oggi è conservato al museo nazionale della città tedesca. Arricchito di immagini fantasiose e miti, rende perfettamente l’idea di quanto le cognizioni geografiche del tempo erano approssimative. 

 

Gerardo Mercatore

Gerhard Kremer, detto ‘Mercatore’, viene alla luce il 5 marzo 1512 a Rupelmonde, in Belgio. Fu tra i più importanti matematici e astronomi fiamminghi e, nell’ambito cartografico, mise appunto un innovativo sistema di proiezione cartografica. Nel 1569, allo scopo, pubblicò una carta del globo terrestre sottolineandone la particolare utilità per la navigazione: Nova et aucta orbis terrae descriptio ad usum navigantium emendata accomodata.

 

Gerardo Mercatore
Gerhard Kremer, detto ‘Mercatore’. Fu tra i più importanti matematici e astronomi fiamminghi. Mise a punto un innovativo sistema di proiezione cartografica (Foto: Wikipedia)

 

La “proiezione di Mercatore” portò così a ‘mappe conformi’ ideali per la navigazione tramite bussola. Prima di lui, i punti geografici determinati sulle mappe, infatti, non corrispondevano con gli stessi punti presi nella realtà.

La proiezione da lui concepita, tuttavia, procedendo dall’equatore verso i poli, distorce sempre più la dimensione e la forma degli oggetti rappresentati. 

Anni prima, presso il Collegium Trilingue Lovaniense dell’università di Lovanio, seguì le lezioni del matematico Gemma Frisius, anch’egli con un ruolo chiave nella storia della cartografia.

Rainer Gemma Frisius

Conosciuto anche come Jemme Reinerszoon Frisius, nacque nel 1508 a Dongeradeel, ex-municipalità dei Paesi Bassi. Fu un matematico e cartografo olandese che influenzò l’astronomia e la geografia con le proprie conoscenze aritmetiche e geometriche.

Si attribuisce a lui la più antica dissertazione dei principi della triangolazione – De locorum describendorum ratione (1533) – la tecnica che permette di calcolare distanze fra punti sfruttando le proprietà dei triangoli.

 

Rainer Gemma Frisius
Jemme Reinerszoon Frisius, noto come Rainer Gemma Frisius, fu un matematico e cartografo olandese che influenzò l’astronomia e la geografia con le proprie conoscenze aritmetiche e geometriche (Foto: Wikipedia)

 

In De principiis astronomiae et cosmographiae deque usu globi (1530) suggerì, poi, per primo, l’idea di determinare le differenze di longitudine attraverso gli orologi. Gemma Frisius può considerarsi il fondatore della scuola geografica olandese. La triangolazione da lui proposta fu la principale tecnica di determinazione delle distanze fino al 1740, anno in cui César-François Cassini sviluppò la più accurata metodologia geodetica. 

Peter Anich

I progressi nella trigonometria sferica diedero una forte spinta alla scienza cartografica. Le più precise misurazioni derivanti dalla triangolazione geodetica di Cassini, fino al 1774, erano però limitate alle regioni pianeggianti, mentre quelle di alta montagna venivano rappresentate ancora approssimativamente. A cambiare le cose fu Peter Anich, cartografo austriaco noto soprattutto per l’Atlas Tyrolensis, uno dei più rilevanti risultati cartografici internazionali del XVIII secolo. Di origini contadine, Anich nasce a Oberperfuss il 22 febbraio 1723.

 

Peter Anich
Peter Anich, cartografo austriaco noto soprattutto per l'”Atlas Tyrolensis”, uno dei più rilevanti risultati cartografici internazionali del XVIII secolo (Foto: Wikipedia)

 

Insieme al suo studente Blasius Hueber, effettuò i rilievi necessari per rappresentare con altrettanta accuratezza le regioni montane. Un lavoro meticoloso in gran parte portato avanti con l’uso di strumenti da lui stesso realizzati. Ancora oggi, l’atlante rappresenta un importante documento per la ricerca toponomastica e glaciologica. 

Johann Friedrich Carl Gauss 

Carl Friedrich Gauss – latinizzato, come era usanza dell’epoca, in Carolus Fridericus Gauss – fu un matematico, astronomo e fisico tedesco nato a Braunschweig il 30 aprile 1777. Sebbene non fu propriamente un cartografo, il suo contributo alla geografia fu determinante. Annoverato fra i più importanti matematici della storia, nel complesso, contribuì in modo decisivo all’evoluzione delle scienze matematiche, fisiche e naturali. Secondo diverse fonti, il piccolo Gauss fu un bambino prodigio in grado di risolvere rompicapi matematici complessi fin dall’infanzia.

 

Carl Friedrich Gauss
Matematico, astronomo e fisico, Carl Friedrich Gauss non fu propriamente un cartografo, eppure il suo contributo alla geografia fu determinante (Foto: Wikipedia)

Una mente particolarmente brillante che, nel corso della sua particolarmente – per l’epoca – longeva vita, elaborò i concetti di costante gravitazionale, il metodo dei minimi quadrati e, nell’ambito della teoria delle probabilità, la variabile statistica casuale normale, oggi conosciuta come distribuzione gaussiana degli errori.

Nel 1818, incaricato di realizzare il rilevamento geodetico del Regno di Hannover, elaborò la proiezione cilindrica trasversale, detta appunto proiezione di Gauss. Più comunemente nota come Universal Transverse of Mercator (UTM) è, ad oggi, la proiezione più usata, sia in ambito nazionale che internazionale. Le superfici del globo vengono, in questo caso, proiettate su una superficie cilindrica tangente – ovvero, con un solo punto in comune – ad un meridiano, anziché, come propose originariamente Mercatore, all’Equatore. 

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Simone Valeri
Simone Valeri
Laureato presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza" in Scienze Ambientali prima, e in Ecobiologia poi. Attualmente frequenta, presso la medesima università, il corso di Dottorato in Scienze Ecologiche. Divulgare, informare e sensibilizzare per creare consapevolezza ecologica: fermamente convinto che sia il modo migliore per intraprendere la via della sostenibilità. Per questo, e soprattutto per passione, inizia a collaborare con diverse testate giornalistiche del settore, senza rinunciare mai ai viaggi con lo zaino in spalla e alle escursioni tra mare e montagna

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