opere d'arte a Passoscuro

Un accesso alla spiaggia di Passoscuro: a sinistra la donna con le braccia al cielo di Maurizio Gaudenzi, a destra un muro dipinto con geometrie e colori usati in Burkina Faso, di Gabriella Gentile (Foto: Dafne Crocella)

L’arte di Passoscuro, esempio di auto-riqualificazione del territorio

Nel piccolo centro abitato sulla costa a nord ovest di Roma, sculture, murales e panchine d’artista hanno trasformato in un museo a cielo aperto una zona segnata dall’abusivismo. Autori e autofinanziatori, alcuni artisti e creativi residenti e, sempre di più, i giovani del posto

Gli amanti del cinema forse ricorderanno la spiaggia di Passoscuro: fu scelta da Fellini per girare l’ultima scena di La Dolce Vita, quando la carcassa di un grande pesce viene portata in secco dai pescatori. Erano gli anni in cui buona parte del centro abitato del comune di Fiumicino si andava costruendo, spesso con le modalità dell’autoedilizia di famiglie di pescatori che nel tempo andarono trasformando baracche e tucul di canne palustri e argilla in case in mattoni. Recentemente, sotto tutt’altra luce, la spiaggia di Passoscuro è tornata sul grande schermo nel film di Milani, Come un Gatto in Tangenziale.

 

I protagonisti del film di Riccardo Milani “Come un gatto in tangenziale” (2017) nella scena che si svolge sulla spiaggia di Passoscuro

 

Qui le affollate spiagge nel comune di Fiumicino sono simbolicamente contrapposte alla tranquilla Capalbio, a raccontare il divario economico culturale tra la “Roma bene” e il proletariato delle case popolari dell’estrema periferia nord ovest della Capitale. Due narrazioni cinematografiche che a distanza di 57 anni l’una dall’altra raccontano la stessa spiaggia e la sua inevitabile trasformazione, segnata da una crescita demografica esponenziale.

Ma se Passoscuro nel 2017 viene descritta come meta ideale dello stereotipo del “coatto” romano mediamente ignorante e delinquente, esattamente un anno dopo il piccolo centro abitato inizia la sua riqualificazione artistica trasformandosi in un piacevole museo a cielo aperto.

L’isola delle correnti

L’idea nasce nella primavera del 2018 quando, in occasione dell’inaugurazione dell’Oasi Naturalistica delle Dune di Passoscuro, Daniela Troiani del Comitato Passoscuro R-esiste si rivolse ad alcuni artisti chiedendo loro di dipingere i new jersey che delimitavano l’accesso all’area protetta. Da questo primo lavoro pittorico è nata l’idea di portare il colore anche sui muri di Passoscuro. E’ stata Valentina Fabi, artista trasferitasi a vivere a Passoscuro, la prima a chiedere un muro per poterlo riqualificare attraverso l’arte.

 

Uno dei murales dipinti da Valentina Fabi e l'artista
L’artista Valentina Fabi davanti al secondo murale da lei realizzato a Passoscuro, in via Ghilarza

 

«Passoscuro dal punto di vista naturale è molto bello, con paesaggi marini ricchi di piante della macchia mediterranea e una riserva naturale con dune. Ma dal punto di vista urbanistico, essendo nato senza un piano regolatore, con una serie di costruzioni abusive che si sono spinte fino sulla spiaggia, il paesaggio appare difficile. Per questo dopo essermi trasferita qua insieme ad un gruppo di artisti abbiamo capito che il desiderio di una riqualificazione artistica era impellente».

 

 

Insieme a Valentina Fabi, fondatrice e presidente dell’associazione Isola delle Correnti, i primi artisti ad attivarsi nei progetti di riqualificazione sono stati Thomas Spielmann, pittore e scultore, e Felice del Brocco, fotografo e regista. Si è creata così una piccola comunità di creativi che è diventata fulcro di un movimento in perpetua crescita che ha ospitato artisti provenienti da tutta Italia e ridipinto buona parte del paese.

Oltre 100 murales

Il primo lavoro è stato dunque di Valentina Fabi, una grande opera murale sul muro dello stabilimento balneare Stella Marina seguito da quello sul muro di una abitazione privata in via Ghilarza dove Valentina ha dipinto panni stesi, gatti al sole e fiori: un sereno paesaggio mediterraneo che racchiude il gusto per la cura e la pacifica convivenza tra mondo umano, animale e vegetale. Da questi primi lavori nel giro di pochi anni il borgo si è andato trasformando tanto che oggi conta oltre cento tra dipinti murali e sculture eseguiti da più di 40 artisti.

 

Il primo murale realizzato a Passoscuro, da Valentina Fabi, sulla parete dello stabilimento Stella Marina (Foto: Dafne Crocella)

«Non cerchiamo nomi importanti, perché i fondi sono pochi, e soprattutto perché siamo convinti che per riqualificare artisticamente un territorio come Passoscuro il primo ingrediente non debba essere la fama dell’artista, ma la sua capacità di inserirsi nel contesto, ascoltandolo e potenziandolo dove possibile.»

Diversi muri sono stati realizzati dai giovani del luogo che hanno in questo modo potuto esprimersi creando un legame con il territorio nel rispetto della sua identità. Il territorio di Passosuro è dunque passato dal fenomeno dell’autoedilizia a quello di una auto-riqualificazione artistica a opera della popolazione locale e totalmente autofinanziata. Non sono stati dipinti solo i muri, ma anche gli accessi alla spiaggia che sono diventati delle piacevoli piazzette riqualificate con sculture, murales e panchine d’artista, insomma non più solo luoghi di passaggio, ma anche zone dove potersi fermare per fare due chiacchiere circondati dall’arte.

Gli accessi alla spiaggia

Fino a pochi anni fa il lungomare di Passoscuro non era una piacevole passeggiata come in molte località balneari, perché a causa dell’abusivismo degli ultimi decenni del Novecento molte case costruite sulla spiaggia non permettono la vista del mare. Per questo l’associazione ha deciso di prestare particolare attenzione agli 11 accessi al mare, gli unici punti paesaggistici sull’orizzonte, potenziandoli con sculture e lavori artistici. Tra queste abbiamo già avuto modo di parlare in questa rubrica della scultura Baci Sospesi di Barbara Sbrocca che incornicia il tramonto tra le sue forme ricurve e porta la mente a spingersi oltre il mare nell’amore e nell’accoglienza verso terre lontane.

 

La scultura Baci Sospesi, di Barbara Sbrocca  (Foto: Dafne Crocella)

 

Un’altra opera scultorea nell’accesso al mare presso via Carbonia è di Maurizio Gaudenzi, una donna con le braccia rivolte verso il cielo e il volto che incornicia il passaggio del sole al tramonto. Qui troviamo anche i lavori di Gabriella Gentile che porta un omaggio alle donne del Burkina Faso e alla loro abitudine di dipingere i muri delle proprie case con disegni geometrici in ocra, nero e giallo (foto in apertura articolo – ndr).

«Ho voluto richiamare queste figure geometriche, come una eco attraverso il mare e attraverso l’arte che collega tra loro le donne e il loro desiderio di cura e bellezza».

Questa piazzetta infatti è dedicata alle donne. L’ultimo accesso al mare inaugurato nel giugno 2021 è stato intitolato “La Porta del Mare”. Il titolo allude all’accoglienza verso chi viene dal mare, accoglienza che già dai tempi del mito ci contraddistingue, ma che spesso purtroppo sembra un valore dimenticato.

 

 

Lungo le strade e nelle piazzette di accesso al mare è possibile scansionare i QR code che contengono audio interviste agli artisti e le storie delle opere.

Saperenetwork è...

Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

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