Severn Cullis Suzuki

Severn Kullis Suzuki

Severn Cullis-Suzuki, la ragazza che (per prima) zittì l’Onu

Trent’anni fa, al Summit per la Terra di Rio de Janeiro, prese la parola tra lo stupore degli adulti. In un’epoca pre social media e dove la consapevolezza ambientale era roba per pochissimi, aprì la strada a tanti giovani e giovanissimi. Un impegno che arriva, oggi, a Greta e ai Fridays For Future

È la fine di giugno di 30 anni fa: 1992, seconda conferenza dell’Onu su Ambente e Sviluppo a Rio de Janeiro. Il Brasile è uscito da 21 anni di una dittatura militare che non solo ha torturato e ucciso donne e uomini ma ha cancellato pesantemente i diritti civili. Il Presidente del Brasile in carica, Fernando Collor de Mello,è manovrato ancora dai generali golpisti usciti di scena, impuniti. Il Paese è nell’occhio del ciclone per gli incendi massicci che devastano la foresta amazzonica. Tre anni prima era stato assassinato Chico Mendes, sindacalista dei raccoglitori di caucciù, diventato simbolo di una tragedia annunciata. A Ginevra è già al lavoro l’Ipcc, il panel dell’Onu sui cambiamenti climatici. La popolazione mondiale ha raggiunto e superato la cifra di 5 miliardi e 300 milioni.

 

Un disegno di Fabrizio Carbone dedicato a Severn Cullis Suzuki
Gli auguri di buon compleanno sotto forma di disegno per Severn Cullis-Suzuki di Fabrizio Carbone

 

Questo il quadro e il contesto storico. Chi scrive era a Rio per seguire l’Earth Summit per conto di Panorama. Ma ha dimenticato un caso eclatante che avvenne proprio sul palco dei relatori. E la memoria torna di colpo proprio in questi giorni, a 30 anni di distanza, leggendo un importante libro appena uscito: Noi Siamo Natura, scritto da Gianfranco Bologna per le Edizioni Ambente. Bologna, in un libro affascinante che ci conduce nella vita dell’uomo e dell’universo, accenna in due pagine alla conferenza di Rio a cui partecipò. Per raccontare una storia quasi dimenticata.

 

Un'immagine del Summit per la Terra di Rio de Janeiro del 1992
Il Summit per la Terra del 1992 si tenne a Rio de Janeiro, in un Brasile a malapena uscito da anni di dittatura militare (Foto: Flickr)

 

Così riaffiora la figura di una fanciulla di 12 anni. Ma certo! Si chiamava Severn di nome, come quello del fiume più lungo dell’Inghilterra, e un doppio cognome Cullis-Suzuki. La madre, Tara Elisabeth, canadese del British Columbia e il padre, David, inequivocabilmente giapponese. I suoi genitori avevano una storia importante: lei una scrittrice affermata e lui uno scienziato che studiava da anni i cambiamenti climatici. Severn è un’ambientalista “dalla nascita”: a 9 anni ha fondato un movimento a Vancouver, Eco, Environmental Children’s Organization, coinvolgendo i suoi coetanei di scuola per salvare l’ambiente e il loro futuro. Raccolti fondi sufficienti Severn va a Rio e, tra lo stupore dei delegati di tutto il mondo, prende la parola. È un discorso forte, durissimo, scandito da una voce giovanile ma ferma. All’epoca venne definito come “i sei minuti che zittirono il mondo”. Allora senza social network il caso di Severn ebbe un’accoglienza forte ma il clamore si spense in poco tempo. Tutte le parole del suo discorso sono per fortuna registrate e possono essere ascoltate nei media attuali. Vale la pena di sentirle con emozione!

Ci sono grandi affinità con la storia di Greta Thunberg ma le parole di Severn oggi fanno molto più effetto perché allora la gravità della situazione globale del Pianeta non era conosciuta e studiata come si deve.

E recentemente, il 30 novembre 2022 , conduttrice televisiva, scrittrice, pienamente inserita nel mondo dell’ambientalismo canadese e nordamericano, Severn ha festeggiato i suoi 43 anni. Auguri!

 

Guarda il discorso di Severs Cullis-Suzuki all’Onu 

Saperenetwork è...

Fabrizio Carbone
Fabrizio Carbone
Giornalista professionista dal 1970, ha lavorato alla redazione romana de "Il Resto del Carlino" dal 1968 al 1972 (nel 1972 da New York), dal 1973 alla redazione romana de "La Stampa" fino al 1978 e alla redazione romana di "Panorama" dal novembre 1978 fino al 2002. All'inizio della sua attività si è interessato soprattutto di attualità, cronaca nera e giudiziaria. Dopo aver seguito inchieste giudiziarie, scandali politici e trame eversive (fino al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro) ha riversato il suo interesse, negli ultimi vent'anni di attività, per lo più sulle tematiche legate alla cultura, all'ambiente e alla protezione della natura. Per la casa editrice Iperborea ha scritto le introduzioni dei primi cinque libri di Arto Paasilinna pubblicati in Italia. A partire dalla metà degli anni ottanta ha prodotto e diretto, insieme a Riccardo Truffarelli (gruppo 6 aprile, Perugia) numerosi documentari in Amazzonia, Costa Rica, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Italia per i programmi culturali della Rai3, tra cui Geo, Geo&Geo, il Viaggiatore. Ha diretto 6 speciali, tra il 2004 e il 2007, per la trasmissione Stella del Sud (Rai 1) in Etiopia, Tanzania, Amazzonia, Groenlandia, Norvegia, Mauritania. Dipinge da oltre 50 anni. La ricerca pittorica, olio su tela e acquerello su carta, spazia tra l'astrattismo naturalistico e il verismo che si rifà alla wildlife art anglosassone: dipingere dal vero animali e ambienti. Ha esposto ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all'estero. È socio onorario dell'Aipan (associazione italiana per l'arte naturalistica) ed è tra i fondatori del progetto Ars et Natura, insieme ad un gruppo di artisti fra cui Concetta Flore, Federico Gemma, Graziano Ottaviani e Marco Preziosi, Stefano maugeri e Ale Troisi. Coinvolto da sempre nella protezione e nella conservazione della natura è stato tra i soci fondatori del Wwf Italia, consigliere nazionale della stessa associazione, nel 2002, ma anche, nei primi anni ottanta, di Legambiente e Lipu. È direttore responsabile di Greenpeace News. È stato insignito dal Presidente della Repubblica finlandese, signora Tarja Halonen, dell'ordine di Cavaliere della Rosa Bianca di Finlandia. Vive tra Roma e Kuusamo, Finlandia del Nordest.

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