video laboratorio

Non si può oggi essere cittadini attivi della società dell’informazione, senza un’educazione all’uso dei mezzi e dei linguaggi tecnologici, a cominciare dal più diffuso, potente e invasivo, che è il video. Dato che si tratta di colmare un ritardo di decenni, potrebbe sembrare un’impresa sovrumana, e invece no. Teorie e opinioni a parte, dall’esperienza mia e di altri in decine e centinaia di laboratori con i bambini e i ragazzi – senza volersi considerare il centro del mondo, se certi risultati si ottengono con costanza e regolarità, vorrà pur dire qualcosa! – è dimostrato che cambiare atteggiamento e cominciare da subito a produrre, a livelli di qualità comparabili con quelli che siamo abituati a considerare “professionali”, in realtà non solo è possibile, ma addirittura oggi bastano pochi minuti.

 

Paolo Beneventi durante un laboratorio
Paolo Beneventi durante un laboratorio video e audio presso la Biblioteca Internazionale per ragazzi Edmondo De Amicis di Genova

Siamo tutti spettatori

Innanzitutto, c’è una cultura latente, comune a tutte le generazioni in quanto spettatori per anni di televisione (comunque e dovunque la si guardi) che, richiamata e applicata alle cose che si fanno, consente a chiunque di utilizzare la grammatica del linguaggio video. I bambini, che hanno schemi mentali meno consolidati e naturalmente giocano con le cose, lo fanno con più naturalezza, ma il discorso vale anche per gli adulti, di qualsiasi età.

 

Sfruttano la forza del gruppo, in un confronto non competitivo che valorizza le idee dei singoli e porta a scegliere le soluzioni migliori, noi tutti “esperti insieme” di cinema e televisione cominciamo a fare cose belle e giuste, senza bisogno che sia il “maestro” a dirci che cosa è bello e brutto, giusto o sbagliato. E difficilmente ci rassegniamo  a produrre certi orrori inguardabili, pensando che “di più noi non possiamo”.

 

Guarda il video di bambini che realizzano un film

…e anche operatori

Altro elemento fondamentale è la qualità che consentono gli attrezzi hardware e software attuali. Se è vero che è dalla seconda metà degli anni Ottanta che, con la disponibilità sul mercato delle videocamere amatoriali analogiche, tutti possono con facilità improvvisarsi cameramen, oggi, davvero, con un telefonino appena decente e un software di montaggio da poche decine di euro, anche a livello assolutamente di base si possono realizzare prodotti praticamente professionali. Ma, a parte una piccola minoranza che ci arriva per strade sue, la gran massa degli utenti consumatori, di tutte le età, non hanno  la più pallida idea di quali possibilità enormi abbiamo nelle nostre mani.

La Tv Specchio

Si può incominciare con un  banale “gioco”, come la TV Specchio. Si collega una videocamera HD a un televisore, in cui ci si vede “in diretta” e poi ci si rivede (e ci si sente) con una qualità che sorprende. La videocamera montata su un treppiede permette subito riprese praticamente perfette, eseguite dai componenti stessi del gruppo, seguendo pochissime regole elementari: macchina che sta ferma “anche quando si muove”, riprese brevi senza mai usare lo zoom, eventuali movimenti in una sola direzione e poi “staccare” e cambiare il punto di vista.

 

A Montisola con la tv specchio
Collegando una videocamera HD al televisore possiamo ottenere la Tv Specchio

Riprese eccellenti in gruppo

Stimolati dalle proprie riprese eccellenti, i ragazzi (di tutte le età) incominciano a giocare, inventare, sperimentare. Il video di fantasia, il racconto  audiovisivo del proprio quartiere, l’osservazione della natura, le lezioni o i laboratori a scuola, e tanto altro ancora, si elaborano facilmente in gruppo.

Fare un video è un’attività naturalmente collettiva, dietro e davanti all’obiettivo, con idee, punti di vista, competenze che attraverso il confronto comune vengono fuori e si sviluppano.

Risultati entusiasmanti

Serve fare riferimento a qualcuno esperto che – non necessariamente sempre in presenza, c’è la rete, c’è il telefono – indirizza e rassicura tecnicamente con alcune, poche, semplici indicazioni, e dà una mano anche solo per la scelta delle scene e per il montaggio finale, che non va sottovaluto, anzi, va fatto al livello massimo possibile. E il risultato può rivelarsi entusiasmante.

Saperenetwork è...

Paolo Beneventi
Paolo Beneventi
Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.

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