Giorgio Manganelli con Lea Vergine , anni Ottanta, da *Album fotografico di Giorgio Manganelli*, Quodlibet, Macerata 2010

Illustrazioni per libri inesistenti. A Roma una mostra sull’universo letterario di Giorgio Manganelli

Fino al 7 gennaio un evento centrato sul legame tra uno dei più importanti autori della neoavanguardia italiana e gli artisti attivi tra gli anni Sessanta e Settanta. Per conoscere da vicino un’epoca che ha segnato in maniera indelebile la modernità

Si conferma ricca e variegata anche in questo autunno la proposta del Museo di Roma in Trastevere: alle precedenti Peggy Kleiber. Tutti i giorni della vita (fotografie 1959-1992), visitabile fino al 15 ottobre, e Philippe Halsman. Lampo di geniosi affianca fino al 7 gennaio Illustrazioni per libri inesistenti. Artisti con Manganelli, a cura di Andrea Cortellessa. Non ci sono i ritratti geniali e pieni di glamour del primo piano, né gli scatti intimi e inediti di Kleiber ad accogliere visitatrici e visitatori dell’esposizione dell’ultimo piano dell’ex monastero di Sant’Egidio (qui vissero, fino alla presa di Roma, le carmelitane scalze) ma un breve quanto intenso percorso in 60 opere, tra pittura, scultura, grafica, fotografia, libri e documenti provenienti da importanti collezioni private ma anche dalle Fondazioni degli artisti coinvolti e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

 

Da sinistra Eugenio Battisti, Giorgio Manganelli, Alfredo Giuliani, Achille Perilli, Gastone Novelli, Marina Lund, Angelo Guglielmi ed Elio Pagliarani ai tempi di “Grammatica”

 

Un percorso volto a sviscerare il legame di Giorgio Manganelli (tra i maggiori scrittori del Novecento e fondatore con Alfredo Giuliani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Alberto Arbasino e Umberto Eco del celeberrimo movimento letterario Gruppo 63) con il milieu artistico del suo tempo. A suggerire il titolo della mostra è lo stesso Manganelli che nell’86, per la rubrica Salons della rivista Fmr, scrisse un articolo in cui faceva propria l’accusa spesso rivolta alla pittura surrealista di essere “letteraria” per volgerla, però, in positivo: quei dipinti erano «illustrazioni», sì, ma di libri «inesistenti», mai (o non ancora) scritti.

La vita culturale tra Roma e Milano

«Il merito della mostra, curata da Cortellessa, è di tenere insieme le due città che hanno visto Manganelli nascere, vivere e morire e i rapporti culturali con alcuni artisti con cui ha intessuto uno scambio continuo» ha detto Miguel Gotor, assessore alla Cultura del Comune di Roma, che ha aperto la conferenza stampa di presentazione dell’esposizione. Milano, la città in cui Manganelli nacque, nel novembre del 1922, e Roma, la città in cui si trasferì, nel 1953, e morì, nel maggio del 1990 (in via Chinotto numero 8 interno 8, al quartiere Prati). Roma, dove dove intrattenne le sue maggiori relazioni con il mondo dell’arte negli anni Sessanta e Settanta e Milano, città in cui, negli anni Ottanta, Lea Vergine gli commissionò una serie di testi per le mostre da lei curate, introducendolo così a quello che la storica dell’arte aveva definito “l’altra metà dell’avanguardia”, cioè ad artiste come Carol Rama.

Opere da sodalizi e collaborazioni

Aprono il tragitto le 23 tavole di Gastone Novelli sul libro d’esordio di Manganelli, uscito con Feltrinelli nel 1964: Hilarotragoedia, il “trattatello teorico-pratico” sulla morte, come ebbe a definirlo lo stesso autore, dedicato all’opzione suicida e alla scelta dell’Ade, che lo rese noto al mondo letterario e lo pose da subito a esponente di primo piano della neoavanguardia. Nelle illustrazioni di Novelli, esposte prima d’ora solo una volta insieme, da Marco Rinaldi al Museo del Novecento di Milano nel 2012, e qui catalogate per la prima volta da Paola Bonani, la fusione tra scritto e immagine che la rappresenta assume il carattere di una totale osmosi e identificazione.

 

Serie dell’“Hilarotragedia” 10. Anticamera dell’ade 5, Gastone Novelli, 1964, matita e pastelli su carta, cm 34×47, collezione privata, Archivio Gastone Novelli, Roma

 

Cuore della mostra, nella seconda sala, il volume Emigrazioni oniriche, uscito nel 2022 con Adelphi, in occasione del centenario della nascita di Manganelli e curato da Andrea Cortellessa, che raccoglie i suoi scritti dedicati alle arti visive: secondo il curatore

«Un libro che restituisce gli estri della sua passione pervicace per la “violenza immobile” dell’arte».

Con Novelli, sono altri dieci gli artisti proposti: Lucio Fontana, Fausto Melotti, Carol Rama, Toti Scialoja, Gastone Novelli, Achille Perilli, Franco Nonnis, Gianfranco Baruchello, Giovanna Sandri, Giosetta Fioroni e Luigi Serafini. «Sono tutti artisti molto diversi l’uno dall’altra – spiega ancora Cortellessa – ma con ciascuno Manganelli trova un terreno d’intesa. Quello che a me compisce è il rapporto con Carol Rama: è una specie di anima gemella, un’anima anarchica, ribelle, che vive in un mondo del tutto differente dalla realtà in cui ci troviamo e che però comunica queste presenze inquietanti attraverso attraverso la pittura. E di lei Manganelli accetta anche l’autobiografia, che di solito non apprezza, perché sente che c’è un’esigenza, un’urgenza che in qualche misura non può essere trasmessa se non attraverso quel tipo di segno da lui tradotto nel linguaggio della affabulazione letteraria. Questo breve sodalizio, nato grazie all’intuizione di Lea Vergine, è stato uno dei più intensi e ha dato una chiave di lettura ancora più ampia a questo percorso».

 

Corso Francia Appassionata 1939 179 – 1930 – 1931, 1939, matita e acquerello su carta, 28,5 x 23 cm, collezione privata, Torino © Archivio Carol Rama, Torino

 

Nella terza e ultima sala, infine, è possibile ammirare libri rari e di pregio, pieghevoli delle mostre d’antan e altri memorabilia di quel tempo. Fra questi, le due diverse edizioni della Pulcinellopaedia di Luigi Serafini (commentata da Manganelli in un articolo del 1985), designer dalle opere misteriose con il quale lo scrittore vagheggiò di realizzare un fumetto noir a quattro mani, libro “non nato”, esempio perfetto dell’inesistenza, così tangibile ed evidente, riferita nel titolo stesso della mostra. Da segnare in agenda, il ciclo di incontri Manganelli con artisti, ideato e coordinato da Andrea Cortellessa. Vi verrà approfondito il legame fra lo scrittore e uno o più degli artisti in mostra, in particolare fra quelli attivi a Roma dagli anni Sessanta a oggi, da Gastone Novelli a Luigi Serafini. Cortellessa, affabulatore appassionato quanto il “Manga” di cui è profondo conoscitore, non potrà che incantare con le complicità e contiguità tra il mondo letterario e quello degli artisti in quei trascorsi fiammeggianti decenni.

 

 

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Francesca Romana Buffetti
Antropologa sedotta dal giornalismo, dirige dal 2015 la rivista “Scenografia&Costume”. Giornalista freelance, scrive di cinema, teatro, arte, moda, ambiente. Ha svolto lavoro redazionale in società di comunicazione per diversi anni, occupandosi soprattutto di spettacolo e cultura, dopo aver studiato a lungo, anche recandosi sui set, storia e tecniche del cinema.

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