Un gruppo di persone esplora in bici il Parco del Delta del Po

Fra storia e paesaggio. E la resilienza in arte ad Albarella

Siti archeologici a portata di bici e il Museo regionale della bonifica di Ca’ Vendramin. Poi, una striscia di terra accompagna sull’isola dove si può visitare, fino al 18 ottobre, le installazioni temporanee che segnano la rinascita dopo la tempesta che nel 2017 ha spazzato via ottomila alberi

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Con la sua estensione che abbraccia tutti i rami della foce, il Parco Regionale Veneto del Delta del Po non offre solo incantevoli paesaggi ed esperienze culinarie ma permette anche di scegliere itinerari culturali, da raggiungere al passo lento della bicicletta, per riscoprire la storia più remota e quella più prossima della laguna. Ne sono un esempio gli scavi archeologici di San Basilio di Ariano Polesine.  Qui, durante dei lavori di manutenzione degli argini, è stata scoperta una banchina romana che ha riportato alla luce un insediamento del II secolo a.C.

 

La prosecuzione degli scavi ha rilevato la presenza di un esteso sito paleocristiano caratterizzato da un battistero di forma ottagonale e dalla presenza di sepolture nelle peculiari tombe “cappuccine”. Si è poi scoperto che l’insediamento romano è tardivo rispetto invece alla presenza etrusca, rivelata dal ritrovamento di vasellame che è indice anche degli scambi commerciali con l’oriente e con la Grecia che avvenivano in questi luoghi.

I reperti ritrovati possono essere ammirati nel Centro Culturale di San Basilio, a pochi passi dagli scavi, e a pochi passi dalla chiesetta romanica edificata nel IX secolo e fra le più antiche testimonianze del culto cristiano del Polesine. Un itinerario completamente ciclabile conduce da San Basilio a Ca’ Vendramin dove sorge il Museo Regionale della bonifica.

 

 

 

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Alla scoperta del Delta su 2 ruote. Con @brumottistar conosciamo il Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin. ❝Fra le anse ariose disegnate dai rami del Po, contraddistinta dall’inconfondibile ciminiera che la sovrasta, sorge l’imponente idrovora di Ca’ Vendramin. È il più grande impianto di sollevamento del Delta, protagonista assoluto della bonifica meccanizzata d’inizio Novecento. Uno stupendo sito di archeologia industriale fa compiere al visitatore un vero e proprio viaggio nel tempo, alla scoperta della radicale trasformazione di un territorio.❞ @wamunet @federicocaner @zaiaufficiale @visitveneto @deltaegusto @igersitalia @igersveneto #summertime #mydeltaslow #podeltapark #mabunesco #grandedelta . . . #deltapo #parcodeltapo #deltadelpo #deltadelpoveneto #podeltapark #podelta #landscapephotography #bestpicoftheday #naturelovers #biospherereserve #sustainabletourism #viaggiaitaliano #biospherereserve #tourisminitaly #slowtourism #supportitaliantourism #iorestoinitalia #parcodeltapo #viaggioveneto #visitveneto #visitdelta #RicominciaDalVeneto #bestholidaydestination #brumotti #brumottistar

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Il museo si trova all’interno dell’idrovora, un modello nel suo genere per gli inizi del novecento, ideata dall’ingegnere Antonio Zecchettin. L’idrovora è stata in funzione dal 1905 agli inizi degli anni ’70 e, stappando la terra all’acqua del fiume, ha permesso la bonifica e la coltivazione dell’Isola di Ariano. All’interno dell’imponente edificio industriale è possibile ripercorrere la storia dell’impianto, vedere la ricostruzione della sala con le caldaie per la produzione del vapore che alimentava le pompe, sostituite in seguito da sistemi elettrificati, attraversare la sala dove si trovano le maestose pompe dell’idrovora.

L’isola di Albarella

Una striscia di terra bianca circondata dall’acqua permette invece di attraversare l’isola di Albarella, raggiungibile in barca da Porto Levante. L’isola, racchiusa fra mare e laguna, è stata, negli anni ’60 del novecento trasformata in un complesso residenziale d’élite e ancora oggi è meta per un turismo ricercato, fra ville colorate che s’affacciano sulla laguna e ampi spazi verdi dove non è inusuale incontrare daini al pascolo.

 

Nel 2017, una violenta tempesta di vento ha causato la caduta di circa ottomila alberi. Nel ripensare la nuova destinazione per l’area devastata, la gestione dell’Isola ha deciso di avviare il progetto Immersi nella Natura, destinando il sito a una riqualificazione paesaggistica, integrando le nuove piantumazioni con arredi urbani e opere artistiche permanenti. Fino al 18 ottobre  sarà possibile ammirare, oltre alle installazioni permanenti, anche delle installazioni temporanee, in un percorso con sette tappe, virate sul tema della resilienza e del rispetto ambientale.

 

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Maria Luisa Vitale
Maria Luisa Vitale
Calabrese di nascita ma, ormai da dieci anni, umbra di adozione ho deciso di integrare la mia laurea in Farmacia con il “Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza” dell’Università di Ferrara. Arrivata alla comunicazione attraverso il terzo settore, ho iniziato a scrivere di scienza e a sperimentare attraverso i social network nuove forme di divulgazione. Appassionata lettrice di saggistica scientifica, amo passeggiare per i boschi e curare il mio piccolo orto di piante aromatiche.

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